L’Europa ha perso la bussola… riflessione sulla strage di Parigi

Noi che apparteniamo ad una certa area culturale di pensiero siamo assolutamente consapevoli del fatto che questa strage è anche colpa nostra, del modello di società in cui viviamo, perché i problemi del multiculturalismo sono dovunque in Italia come in Francia come in tutta Europa

08 Gennaio 2015
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Un irrefrenabile bisogno di dire la mia dopo quanto accaduto a Parigi oggi mi assale da diverse ore, e per questo ho deciso di mettere giù alcune mie riflessioni.
Il mio senso di riscatto e di rabbia mi portano ovviamente a dire che, per quanto mi riguarda, chi pretende di imporre a casa nostra regole che nostre non sono va rispedito, e dovremmo essere noi a farlo, immediatamente a casa sua senza se e senza ma, con le buone o con le cattive, mettendolo su voli di linea o abbandonandolo in mare se resiste, perché tanto con certa gente non puoi ragionare in alcun modo, quindi perché perdere tempo?
Gesti di fanatici di tal specie non possono essere in alcun modo giustificati ed anzi, devono aiutarci a prendere coscienza di che società realmente stiamo costruendo per i nostri figli in Italia, in Francia, in Europa… Ma la rabbia è anche rivolta verso l’interno, verso di noi, verso la nostra società “occidentale” in cui viviamo…  pertanto farò a riguardo due osservazioni.

La prima: le vignette pubblicate dal giornale francese in questione, vignette dove si offendono maometto e l’islam, così come in altre occasioni sono offesi Dio, Gesù Cristo e il Cattolicesimo, sono figlie del relativismo tanto quanto è figlia del relativismo questa insensata strage di 12 persone per mano di due islamici che al grido di “Allah è grande” hanno compiuto questo delitto.
Il relativismo è il vero male da cui partono, in senso opposto ma come due facce della stessa medaglia, sia la voglia di pubblicare vignette irrispettose e blasfeme che la forza di uccidere a sangue freddo 12 persone per motivi fanatici. Se decidiamo di pubblicare vignette dove Dio, Gesù e lo Spirito Santo si ingroppano nel nome della libertà di espressione più totale, per quale motivo dovremmo meravigliarci se nel nome di questa stessa libertà più totale, libertà dal pudore, dal rispetto altrui, dal buon senso comune, due persone prendono il kalashnikov e sparano all’impazzata? I due aspetti sono estremamente collegati. Ed è per questo che non posso assolutamente schierarmi con tutti coloro che adesso su facebook pubblicano #JeSuiCharlieHebdoo, perché il nemico del mio nemico non per forza deve essere mio amico, soprattutto se questi due nemici sono figli di uno stesso nemico che li ha generati. O per essere ancora più chiaro, se uno stupratore e un serial killer si ammazzano a vicenda, io non posso schierarmi né con l’uno né con l’altro; posso affermare che uno dei due è stato più efferato forse, ma entrambi sono irrispettosi di un principio per me sacro, che è il rispetto della vita umana, quindi li schifo entrambi.

 

E poi, tutti quelli che ora pubblicano questo hashtag, sanno di cosa parlano? Leggo in giro di difesa della libertà, dell’identità.. ma quale identità? La libertà di parola è funzionale se io affermo opinioni e principi, i quali a loro volta affermano la mia identità.. ma che identità è rappresentare scene sessuali tra Gesù e Dio? Che identità volete affermare voi tutti che oggi vi scandalizzate? Quali grandi principi morali volete sostenere, la libertà di blasfemia? In mezzo a questo vuoto totale, la libertà di parola diventa esclusivamente libertà di offesa.

La seconda: ad ogni modo io ed altre persone che apparteniamo ad una certa area culturale di pensiero siamo assolutamente consapevoli del fatto che questa strage è anche colpa nostra,del modello di società in cui viviamo, perché i problemi del multiculturalismo sono dovunque in Italia come in Francia come in tutta Europa.

Se continuiamo a dire a tutti coloro che arrivano che qui vige la libertà assoluta e si può fare quello che si vuole e che se qualcuno osa vietarti qualcosa allora è un razzista-fascista-xenofobo, prima o poi si troveranno dei pazzi che agiranno veramente senza freni finendo per causare una strage come quella di oggi. E’ inevitabile.

Perché se è vero che non tutti i mussulmani sono terroristi, è altrettanto vero che tutti i terroristi sono mussulmani purtroppo. I progressisti e moderati di casa nostra devono mettersi in testa che il modello multiculturale, dovunque è stato applicato, ha portato solo scontri e tensioni etniche, politiche, culturali, religiose, e questo ne è l’ultimo esempio. La convivenza tra più culture o è fondata sul RISPETTO RECIPROCO e sulla osservanza di regole del vivere civile o altrimenti la libertà assoluta diventa anarchia. “La libertà dell’individuo va limitata esattamente nella misura in cui può diventare una minaccia per quella degli altri” diceva John Stuart Mill nel 1800, ed è per questo identico motivo che non possiamo consentire a tutti gli immigrati che arrivano in Europa di metterci i piedi in testa imponendoci le loro regole che sono provocate da una visione retrograda del Corano. I paesi del mondo dove cristianesimo e islam convivono sono innumerevoli: Siria, Bosnia, Russia, Egitto, Libano, Giordania, Iran, Oman, e fino a poco tempo fa anche Iraq e Libia.

Perché lì le cose funzionano? Perché vi è una cultura laica che rispetta tutte le religioni. A Betlemme, così come a Damasco o a Beirut a nessuno verrebbe in mente di vietare una funzione religiosa, né a nessuno verrebbe in mente di zittire le campane di una chiesa piuttosto che il richiamo di un muezzin. In Europa invece si nascondono i presepi dalle scuole, si vietano segni religiosi in pubblico, si arrestano predicatori di strada, si censurano feste religiose. E l’immigrazione sfrenata che accoglie indiscriminatamente tutti nel nome della solidarietà e del multiculturalismo fa si che chiunque possa vivere da noi, anche se viola le nostre leggi, possa imporci una cultura che non è la nostra e ammazzi la nostra gente.

 

Se questa strage volesse insegnarci qualcosa, domani dovremmo subito rivedere le politiche migratorie all’interno dell’UE, dovremmo rivedere subito la nostra politica estera in favore dei paesi che sono laici e tolleranti (Siria e Iran ad esempio, combattendo paesi che fomentano l’odio religioso come la Turchia e l’Arabia)  e dovremmo subito riacquisire piena coscienza di quelle che sono le radici VERE dell’Europa: non parlo di iphone, blasfemie e burocrazie europee, ma parliamo di rispetto, di laicità, di senso del sacro e di civiltà. Altrimenti tra 20 anni dalla libertà più assoluta arriveremo alla Sharia e lì si che per la “tolleranza” e il “multiculturalismo” non ci sarà più spazio.

Leslie Mulas

 

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