Regione Lombardia si prepara alla fine delle Province

Il sottosegretario Nava illustra l’ipotesi delle nuove forme di aggregazione che sostituiranno gli attuali enti

22 Dicembre 2015
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A partire da gennaio, Regione Lombardia costituirà un Tavolo interassessorile e aprirà un confronto con il Sistema delle autonomie, per elaborare una proposta di legge di riordino degli Enti locali e di ridistribuzione e razionalizzazione delle competenze da sottoporre al Consiglio regionale. In questo percorso, che nasce a valle delle modifiche legislative nazionali, anche di natura costituzionale, “anche i piccoli Comuni e le loro rappresentanze saranno ascoltati e le loro proposte e osservazioni saranno tenute nel dovuto conto”.
E’ quanto ha assicurato oggi il sottosegretario alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione
negoziata della Regione Lombardia Daniele Nava, che ha incontrato, in mattinata, a Palazzo Pirelli, la presidente
Franca Biglio e i delegati dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia (Anpci).

“Uno dei punti su cui sarà necessario lavorare – ha spiegato Nava – sono le forme di aggregazione che dovranno necessariamente nascere, una volta che
saranno abolite definitivamente le Province, per gestire servizi e funzioni che finora le stesse Province hanno esercitato e in
parte esercitano ancora. E’ anche indispensabile eliminare le duplicazioni di competenze”.

“A livello geografico – ha spiegato ancora il sottosegretario – non è detto che le future aggregazioni debbano avere gli stessi confini territoriali delle attuali Province. Come ipotesi di lavoro, stiamo ragionando sulla suddivisione in aree omogenee che considerino una fascia montana e pedemontana, un’area centrale metropolitana e una zona di pianura. All’interno di questa macro divisione ci potranno poi essere aggregazioni più piccole. C’è un intero sistema da ripensare e il contributo di chi vive quotidianamente le problematiche dei piccoli Comuni è molto prezioso, a patto che si superino le logiche campanilistiche e ci si apra a una visione più ampia”.

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