
L’acquisto di una intera pagina sul quotidiano nazionale Corriere della Sera per continuare la battaglia contro la cancellazione dei corsi in lingua inglese. Nell’articolo campeggia un grande MADE IN ITALY, ma nel sottotitolo si legge che “L’insegnamento in inglese al Politecnico di Milano non lede il diritto allo studio, ma favorisce il diritto al lavoro”.
Un grido forse questo, un messaggio importante sul caso giudiziario che riguarda i corsi offerti dall’Università.
Questa storia abbastanza travagliata è iniziata nel 2012 quando il Politecnico aveva annunciato che da due anni a quella parte ci sarebbero state delle lauree magistrali in lingua inglese. I docenti, circa 150, avevano risposto negativamente a questa proposta affermando che la lingua inglese doveva affiancarsi e non sostituire quella italiana in tutti i corsi.
“L’insegnamento in inglese al Politecnico di Milano non lede il diritto allo studio, ma favorisce il diritto al lavoro.”
Così si apre il messaggio che l’Advisory Board del nostro ateneo ha pubblicato oggi sul @Corriere pic.twitter.com/hDZEfvJk61— Politecnico Milano (@polimi) 5 aprile 2018
Il verdetto del tribunale amministrativo regionale arrivò nel maggio del 2013 e diede ragione ai professori e così anche il consiglio di Stato, a fine gennaio 2018.
Nonostante questo il Politecnico continua la sua battaglia sottolineando che, visto l’arrivo di studenti da tutto il mondo, l’introduzione della lingua inglese come lingua principale in alcuni corsi possa essere un aiuto a livello lavorativo.