Contro la chiusura di uffici postali minori

”Questi tagli sono finalizzati al contenimento dei costi e non orientati al concetto di socialità, di cui un’azienda come Poste Italiane, ancora oggi ad intero capitale pubblico, dovrebbe farsi carico, come ha ben detto un rappresentante sindacale”

17 Febbraio 2015
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Posteitaliane

Egregio direttore,
il problema che sta preoccupando giustamente tantissimi Cittadini Italiani è quello relativo alla decisione presa da Poste Italiane circa lo smantellamento e il ridimensionamento di molti uffici postali su tutto il territorio nazionale.  Poste Italiane sostiene che il suo “piano di rimodulazione degli uffici postali adegua l’offerta all’effettiva domanda sul territorio (e aggiunge ipocritamente) tenendo fermo il principio della centralità del cittadino e della massima attenzione e capillarità al servizio e la tenuta dei livelli occupazionali”. Tutto falso! L’unica probabile, eventuale verità può essere la tenuta dei livelli occupazionali, spostando il personale negli uffici che resteranno aperti

Il programma prevede la totale chiusura di ben 450 uffici postali e 600 con riduzione di apertura, quindi come fa a garantire la capillarità del servizio e dov’è la centralità del Cittadino? Proprio il contrario. Questi tagli sono finalizzati al contenimento dei costi e non orientati al concetto di socialità, di cui un’azienda come Poste Italiane, ancora oggi ad intero capitale pubblico, dovrebbe farsi carico, come ha ben detto un rappresentante sindacale.
Invece di “fare le pulci” negli uffici postali periferici perché non sono andati a scovare “vespe e calabroni” nei nidi (uffici) di chi decise di sostituire completamente gli arredi in migliaia di uffici in tutta Italia? Un costo senz’altro enorme! Chi ha avuto interesse a disporre una tale spesa ? Lì sì che avrebbero avuto un ingente contenimento dei costi.

Il Presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino ed il Presidente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Piero Fassino, dovrebbero chiedere a Poste Italiane il bilancio (costi e ricavi) degli uffici che intende sopprimere. L’eventuale disavanzo se fosse di lieve entità potrebbe, probabilmente, integrarlo il Comune interessato, diversamente dovrebbe intervenire la Regione o lo Stato. In ultima analisi Poste Italiane deve confrontarsi col Sindaco, prima di decidere la chiusura di un ufficio postale.

Martino Pirone

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