Ogni giorno che trascorriamo immersi in questa crisi sanitaria incredibile ci sembra un incubo dal quale si fatica a svegliarsi. Ogni giorno in Comune affrontiamo piccole e grandi scelte per continuare a garantire al massimo i servizi consentiti dal Governo e dalla Regione, per assumere decisioni a beneficio della città, oltre a forme di aiuto verso chi è più fragile consentendo di stare a casa e vivere in sicurezza questa fase tanto incerta.
E poi ogni giorno lavoriamo per adeguare agli interessi dei cittadini di Varese le decisioni del Governo senza rinunciare al nostro ruolo di pressione verso Roma e Milano per ottenere qualcosa di più. Alcuni esempi sono la richiesta dell’esercito per garantire un maggiore presidio del territorio o una serie di risorse straordinarie per imprese, lavoratori per affrontare la crisi. A questo si aggiungono le proposte che stiamo portando avanti con l’Associazione dei Comuni Italiani tese a snellire i vincoli di bilancio per avere più risorse da distribuire a cittadini ed aziende. Da ultimo le somme straordinarie per consentire a tanti cittadini che da un mese non lavorano di poter comunque garantire alle proprie famiglie la possibilità di acquistare beni di prima necessità e fare la spesa. Denaro che servirà ad aiutare in prima battuta le persone più toccate dalla crisi, il ceto medio e non chi fino ad oggi accedeva agli aiuti dei servizi sociali dei Comuni. Un contributo ai più colpiti dalla crisi che per la prima volta non sono più solo i tradizionali poveri.
E poi ancora ogni giorno lavoriamo per fare rete con le tante realtà della nostra città che stanno lavorando per dare aiuto a chi ne ha più bisogno. Si stanno intensificando rapporti e sta emergendo un’umanità ed un senso di solidarietà straordinario, segno di una città che nei momenti di bisogno sa mettere al centro la parola “aiuto”.
Ogni giornata poi è anche dedicata al lavoro concreto e insieme complicato per programmare cosa fare quando questa crisi sanitaria sarà finita e dovremo ricostruire. Su questo stiamo progettando come aiutare l’economia varesina, i nostri servizi e le nostre scelte per le famiglie. Sapendo che avremo davanti un mondo che sarà molto diverso da quello che abbiamo conosciuto sino a questo momento.
Nei prossimi giorni attiveremo una serie di contatti con le associazioni di categoria per ripartire. E siamo consapevoli da subito che non sarà un’impresa che potremo affrontare solo con le nostre mani. Avremo bisogno di chiedere in modo intelligente e sfruttare ancora più concretamente le risorse che stanzierà il Governo, che potranno essere all’altezza delle nostre esigenze a Varese se l’Europa cambierà radicalmente il suo modo di pensare ed agire. Nel segno che hanno indicato saggiamente anche il Presidente Mattarella e Mario Draghi in questi giorni, cancellando la teoria del rigore sul debito pubblico come base delle scelte e passando decisamente ad un nuovo capitolo di una Europa da ricostruire con investimenti di centinaia di miliardi di euro per il rilancio economico, supportare le famiglie ed il lavoro e modernizzare con più rapidità il Paese.
Sarà una battaglia che io e il Comune faremo insieme a tutte le istituzioni per tirare fuori da questo abisso la città e l’intero Paese. Io faccio parte di quelli che, a un certo punto, visto il dilagare dell’epidemia in Lombardia, ho sostenuto con forza che andava chiuso tutto per bloccare il più possibile il contagio così da poter ripartire e riaprire il prima possibile. Adesso sono in trincea come tutti, concentrato solo sulla battaglia per la vita contro il virus. Ma ho anche uno sguardo alla ricostruzione di Varese contro la crisi prodotta dal virus ed è il motivo per cui bisogna mettere in circolo nel minor tempo possibile le risorse pubbliche a disposizione e supportare le imprese ed i lavoratori. Ce la dobbiamo fare. Realisti, concreti e coraggiosi. Come sono i varesini.