
Come modesto consigliere comunale a Saronno non ho certo titolo per intervenire sulle politiche che il Governo cerca di attuare a livello nazionale per fare fronte al fenomeno immigratorio e gestirlo al meglio: ho il senso delle proporzioni e sarei grandemente presuntuoso se solo lo pensassi. Ma come semplice cittadino ritengo di poter portare la mia pietruzza al fine di contribuire al dibattito in corso. Non si sa mai, poi, che il mio pensiero, disperso qua e là nell’arcipelago del web e magari anche della carta stampata, venga comunque raccolto da chi di dovere, e sia ispirazione per qualche decreto o proposta di legge che vada nella direzione da me sommessamente indicata.
Premetto: è del tutto evidente che la decisione del Ministro Alfano di distribuire i profughi presso tutti i comuni italiani nella misura di 25 soggetti ogni 1000 abitanti è un mero palliativo, un pannicello caldo collocato su una piaga purulenta. Rischia inoltre di provocare tensioni maggiori di quelle che già ci sono. Insomma si impongono decisioni drastiche, che affrontino la questione alla radice e la risolvano una volta per tutte.
La mia proposta è la seguente: considerato che gli immigrati che arrivano nel Bel Paese sono quasi tutti di sesso maschile, e che nei luoghi di origine le loro donne sono di conseguenza rimaste sole, altro non si faccia che assecondare questo trend. Si prendano dunque tutti i maschi dell’Africa sub-sahariana e li si trasporti (beninteso a mezzo della nostra Marina Militare) in Italia. Contestualmente si prelevino tutti i maschi italiani dalla Penisola e li si conduca nei vasti territori rimasti privi dell’elemento maschile indigeno.
I vantaggi di una simile operazione sono evidenti. In primo luogo si eliminerebbe alla radice il triste fenomeno degli scafisti. Secondariamente (ma non in ordine di importanza) si risolverebbe il problema del decremento delle nascite che affligge da tempo la nostra nazione: è infatti nota l’esuberanza dei maschi africani nel procreare, laddove gli italiani avvertono la paternità sempre più come un peso, non solo economicamente ma in termini di responsabilità. Questi ultimi dal canto loro, accanto alle donne africane, potrebbero trovare nuovi stimoli e riscoprire la smarrita vocazione di padre. Inoltre, approfittando delle superiori cognizioni tecnico-scientifiche e della storica capacità di costruttori che tutti ci riconoscono, trasformerebbero il sub-Sahara, ora desertico e desolato, in un fiorente giardino ben irrigato e costellato di splendide città. Nascerebbe insomma una nuova realtà politico-economica da cui trarrebbe vantaggio tutto il nostro mondo globalizzato. La Chiesa cattolica, infine, vedrebbe rapidamente portato a termine il suo progetto di islamizzare l’Italia. E senza fastidiosi incidenti quali oltraggi al Crocifisso e all’ Ostia consacrata: basterebbe togliere di mezzo questi inutili ammennicoli, oltretutto oltraggiosi per i fratelli africani e la loro religione di pace.
Alfonso Indelicato
Consigliere comunale FdI – AN eletto a Saronno