
Avevo deciso da tempo di non votare alle prossime provinciali varesine, tenendomi lontano da Villa Recalcati e lasciando nel frigorifero di casa i 263 voti ponderati che, come consigliere di un comune fra i 30.000 e i 100.000 abitanti, sono nella mia disponibilità.
Confesso invece che ho cambiato idea. Anch’io ho venduto il mio voto. O meglio, più che venderlo l’ho scambiato. Di quale transazione si sia trattata, e chi ne sia il beneficiario, e perché io abbia preso questa decisione, lo spiego di seguito per i pochi interessati.
Avevo un partito, non ce l’ho più. Credo che quando si predicano grandi ideali (nella fattispecie: Dio, Patria, Famiglia, Onore, Fedeltà …) i comportamenti debbano essere, se non conformi, almeno in parte compatibili con essi. Gli ideali devono avere piedi per camminare, altrimenti sono paragrafi di filosofia. Non pretendo, manzonianamente, che la vita sia “il paragone delle parole”, ma almeno ci dovrebbe essere un certo sforzo in tal senso.
La vicenda politica che mi ha coinvolto a Saronno e che è sfociata nel mio allontanamento da FdI è abbastanza nota, nelle sue linee generali, ai concittadini che seguono le vicende politico-amministrative. Non intendo qui rivangarla, ma solo far presente che in tale vicenda ormai annosa nessuna delle persone che mi erano state al fianco durante la lunga e dura (soprattutto per me) battaglia alle scorse comunali ha mai speso una sillaba per difendere le mie ragioni. Non mi aspettavo la Pro Milone; magari un cenno, un sospiro, un fremito d’ali di farfalla. No: tutti allineati e coperti, impegnati soprattutto ad evitare fastidi.
Ebbene ecco che Giuseppe Martignoni da Gallarate, con l’aria scanzonata e guascona che gli è propria, unitamente alla dose di testosterone che pure non gli fa difetto, nel corso dell’inaugurazione della nuova sede saronnese di FdI dell’altro ieri sera – autentica commedia degli equivoci e delle omissioni, con l’On.le La Russa solito mattatore ma ignaro di tante cose – questa sillaba, anzi una intera parola sonante, l’ha detta. L’ha detta lui, che conosco da pochi mesi, col quale non ho condiviso nulla se non un paio di caffè.
Ecco dunque la vendita, anzi lo scambio. Anzi la permuta, per usare un termine assai attuale nella città degli amaretti. Duecentosessantatré voti in cambio di un bel gesto. A te beninteso, Giuseppe, e a nessun altro: non al partito che non ho più. Se ti saranno utili, fanne buon uso.
Alfonso Indelicato
Consigliere comunale a Saronno