
Tre ospiti d’eccezione per i Giovani Democratici della città di Varese, che hanno accolto, presso il caffè La Cupola, il comandante della Polizia Penitenziaria Alessandro Croci, l’avvocato Paolo Bossi e l’educatrice Sara Arrigoni per affrontare alcune spinose questioni legate alla giustizia e, più in generale, alle finalità rieducative che dovrebbe avere la pena.
Numerosi gli spunti offerti dai relatori, che vivono il mondo della giustizia da ruoli ovviamente diversi, ma concordano nella descrizione di una “situazione drammatica delle carceri italiane”. Quello di Varese, tecnicamente definito come casa circondariale, è inoltre uno dei più vetusti (il primo nucleo risale agli ultimi anni dell’Ottocento) e, per la propria architettura che comprende ancora il ballatoio, complica notevolmente il lavoro degli agenti di Polizia Penitenziaria comandati da Croci. Se la volontaria Sara Arrigoni ha focalizzato la propria attenzione sulla vita del carcerato, “che si trova privato di affetti e lavoro ed è dunque davvero spaventato quando è prossimo a tornare in libertà, soprattutto se non ha avuto l’occasione di seguire percorsi rieducativi”, il commissario e l’avvocato hanno affrontato altre questioni legate ad esempio alla difficoltà di convivenza tra detenuti di diverse etnie, agli atti di autolesionismo degli stessi e alla già citata carenza strutturale, citando in tal caso un dato molto importante: laddove gli impianti sono moderni e, per quanto possibile, “ospitali”, come nel caso di Bollate, la percentuale di recidiva di chi esce dagli stessi è di molto inferiore alla media nazionale.
Per il primo degli “AperAttivi” che i Gd propongono alla cittadinanza erano presenti in sala anche tre candidati alle primarie del centrosinistra, ovvero Daniele Zanzi, Daniele Marantelli e Davide Galimberti, oltre ai consiglieri comunali Fabrizio Mirabelli e Andrea Civati.