Malpensa, stop alla terza pista. Pasin: “Servono le scuse a chi ha sempre lottato contro l’ampliamento”

L’esponente del Pd, in prima fila contro i progetti sull’ingrandimento dell’aeroporto e per difendere i cittadini dei comuni vicini, fa una riflessione, ricordando chi invece voleva aumentare il traffico aereo

17 Luglio 2014
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Pasin

Lo stop alla terza pista dell’aeroporto di Malpensa viene visto come una vittoria da parte dei comitati che per anni si sono battuti contro l’ampliamento. E che ora chiedono, a chi ha sempre spinto invece per crea un aeroporto più grande, di ammettere la “sconfitta”.

“Su Malpensa vi dobbiamo delle scuse”. Queste sono le parole che Jimmy Pasin, portavoce del Malpensa Forum del Pd, protagonista di tante battaglie a fianco di cittadini e amministratori locali contro l’ampliamento di Malpensa, vorrebbe sentire da chi, per anni, ha spinto per la “grande Malpensa”.

Sono le parole che vorrei sentire dire da parte di alcuni personaggi alla popolazione residente dei Comuni limitrofi all’aeroporto – scrive Pasin – ai cittadini del Comune di Milano, agli Italiani ai quali sono stati chiesti dei soldi per realizzare una serie di operazioni finalizzate alla “grandissima Malpensa”, alle Amministrazioni locali che hanno pagato di tasca propria (dei propri cittadini), tutti gli studi per controdedurre la VIA presentata da SEA, ai comitati ed alle associazioni che hanno pagato di tasca propria e speso del tempo “rubato” magari alle proprie famiglie, per svelare le “false promesse” dello sviluppo dell’Aeroporto, ed anche a tanti singoli cittadini che si sono impegnati di persona, ma anche ai molti lavoratori illusi da quelle promesse, ed istigati a pensare che, o si arrivava a quel futuro, o si chiudeva l’aeroporto”.

E quindi punta il dito contro chi ha occupato i ruoli dirigenziali negli ultimi quindici anni.

“Da parte di chi dovrebbero arrivare queste scuse? Da parte della dirigenza della SEA (in parte oggi occupata in altri lavori, dopo aver preso ottime buonuscite) che ha, negli ultimi 15 anni, fatto voli pindarici su futuri radiosi da primo aeroporto del mondo (70 milioni di passeggeri) senza pensare a consolidare il lavoro che già aveva da parte di chi dichiarava che c’erano quelli CONTRO Malpensa, quelli che la volevano chiudere, mentre erano loro stessi, con le loro inefficienza, a portare l’Aeroporto al fallimento, nascondendosi dietro la promessa di ampliamenti impossibili da parte di molti espertoni, che dicevano “o Malpensa arriva a 50 milioni di passeggeri o si chiude”. Da parte di molti “studiosi” di molte università, pronti a dire che l’unica soluzione era la realizzazione dei progetti del Masterplan, appiattiti su quella posizione senza pensare di produrre uno straccio di idea alternativa (maggiormente fattibile)”.

E infine una critica alla politica che si è schierata a favore dell’ampliamento.

“Da parte di molti dirigenti politici il cui silenzio di allora e di oggi è lo specchio della loro vergogna. Da parte di chi, anche a livello locale, ha sempre voluto parlare di “aperture al dialogo” quando era chiaro che si stava parlando di “uffa”, di “povere” alzate per nascondere le incapacità di molti di gestire correttamente quello che già c’era… Aspettiamo…”.

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