La Varese di domani. Ceccoli (Varese2.0): “Serve una visione univoca della città. Dopo un ventennio di confusione”

Alessandro Ceccoli, tra i fondatori del Comitato Varese2.0, sottolinea l’esigenza di una città più sostenibile dal punto di vista urbano e ambientale, e propone anche il dimezzamento degli emolumenti degli amministratori

14 Luglio 2015
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Ceccoli

Alessandro Ceccoli, manager, è tra i fondatori del Comitato Varese2.0, nato nel 2014 per difendere il territorio da scelte urbanistiche considerate “nocive”. E’ stato amministratore di aziende a Parigi fino al 2005.

Ora vive stabilmente a Varese. Dove sta partecipando alla “rinascita” civica che dall’anno scorso sta avendo luogo in città.

 

L’opera più significativa della giunta Fontana realizzata in questi anni?

Mi spiace, davvero non me ne viene in mente una significativa!

 

La più grave mancanza dell’amministrazione uscente?

Anche questa domanda mi pone in difficoltà. Se ci riferissimo a una persona, parlerei di pigrizia, indolenza, ignavia.

 

Qual è la prima richiesta dei cittadini cui rispondere nel prossimo mandato?

L’esigenza dei cittadini, ovvero di Varese, non credo si possa ridurre a una risposta, seppur urgente. Il problema di Varese è la mancanza di una visione univoca della Città. È un ventennio che regna una confusione sovrana e i pochi interventi fatti, oltre a rappresentare uno spreco di denaro pubblico (Funicolare, Gradoni Piazza Repubblica, Acquisto della Caserma, eccetera), mostrano una totale incapacità progettuale.
I futuri amministratori dovranno proporre alla cittadinanza una visione tenendo in considerazione una serie d’interventi:

  1. Sviluppo del territorio per creare ricchezza, lavorando a stretto contatto con le aziende esistenti e centri di ricerca, facilitando nuovi insediamenti e/o progetti innovativi (Start up);
  2. Collaborare con il polo ospedaliero per trasformarlo in centro di eccellenza innestando sul territorio gruppi di ricerca sulla terza età e qualità della vita. Facilitare la nascita di case di cura e di riabilitazione;
  3. Ridisegnare un quadro di Città sostenibile, sotto il profilo urbano e ambientale, evitando di cadere in slogan antagonisti;
  4. Sottoporre ad audit e rendere efficiente l’amministrazione pubblica – rotazione dei dirigenti – e le aziende collegate e/o partecipate;
  5. Piano triennale di riduzione della tassazione;
  6. Ridisegnare il polo universitario puntando sulle discipline del futuro e liberandosi dalle baronie;
  7. Recupero della centralità delle Castellanze;
  8. Culto della trasparenza e della competenza;
  9. Dimezzare emolumenti di tutto il personale politico (Sindaco, Assessori, eccetera) istituendo un fondo di solidarietà per i meno fortunati;

Eccetera, eccetera.

 

Nel caso decidiate di candidarvi, perché gli elettori dovrebbero votare per Varese2.0?

Gli elettori non devono votare per Varese2.0, non abbiamo ancora deciso se presentarci; ma devono votare per dei programmi di qualità e per delle persone che, per moralità e competenza, siano reputate all’altezza di gestire il bene comune.

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