Greta e Vanessa, il ministro Gentiloni: “Non abbiamo pagato nessun riscatto”

Il governo smentisce e definisce illazioni le notizie sul presunto pagamento di 12 milioni di dollari per ottenere la liberazione delle due volontarie. Intanto, sono iniziate le audizioni delle due ragazze

16 Gennaio 2015
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Siamo contrari al pagamento di riscatti. L’Italia in tema di rapimenti si attiene a comportamenti condivisi a livello internazionale, sulla linea dei governi precedenti: è la linea dell’Italia“. Queste le parole del ministro Gentiloni, che risponde sul presunto pagamento di un riscatto di 12 milioni di dollari per ottenere la liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due volontarie rapite in Siria in estate. “Solo illazioni – aggiunge – l’Italia, nella lotta al terrorismo non accetta lezioni da nessuno: siamo in prima fila, da tanti anni, dall’11 settembre e lo ribadiremo alla conferenza internazionale dei principali paesi della coalizioni anti-Isis. Considero inaccettabile che qualcuno abbia detto che Vanessa e Greta se la siano cercata”.

E quindi esprime la propria gioia per il ritorno delle ragazze.

L’Italia ha bisogno di questi cooperanti e di questi volontari. Leggo in queste ore di molti inviti alla prudenza e li condivido. E so che Greta e Vanessa saranno le prime a condividerli, dopo la drammatica esperienza che hanno vissuto. Tali inviti valgono per tutti, cooperanti e lavoratori, turisti e missionari, giornalisti”.

Intanto, sono cominciate in una caserma le audizioni di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Le ragazze vengono sentite dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dai sostituti Sergio Colaiocco e Francesco Scavo. Gli inquirenti procedono per sequestro di persona con finalità di terrorismo. Al termine delle audizioni i verbali, come da prassi, saranno secretati. La procura di Roma è titolare ad indagare su tutti gli episodi criminali ai danni di italiani che si trovano in zone di guerra.

Le famiglie

“Siamo tutti contenti, speriamo che Greta possa tornare a casa il più presto possibile e stare insieme alla sua famiglia”. Attendono il ritorno in paese di Greta Ramelli, la cooperante rapita in Siria e liberata ieri insieme all’amica Vanessa Marzullo, i cittadini di Gavirate, il piccolo centro affacciato sul lago di Varese dove vive la ragazza atterrata la scorsa notte all’aeroporto di Ciampino. Per ora non sono previsti festeggiamenti pubblici, ma in tanti hanno voluto manifestare la propria vicinanza alla famiglia. Stesso clima di felicità e di attesa tra i volontari del negozio del commercio equo e solidale ‘La bottega del mondo’, con cui collaborava Greta, che dopo il rapimento avevano esposto in vetrina una foto delle due ragazze. “Vorrei ringraziare la Farnesina e tutte le istituzioni che hanno lavorato per la loro liberazione”, scrive su Facebook Roberto Andervill, anche lui residente nel Varesotto, che insieme a Greta e Vanessa aveva fondato il progetto Assistenza sanitaria in Siria – Horryaty. “Ringrazio tutte le persone che ci sono state vicine – conclude – e che ci hanno sostenuto e difeso da attacchi ingiustificati e senza nessun senso. Ora ho il cuore colmo di gioia“.
Un lungo e commosso abbraccio quello di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo con i rispettivi genitori, parenti ed amici giunti dalla Lombardia, avvenuto in una saletta dell’aeroporto di Ciampino, lontano da giornalisti, fotografi e telecamere. Le famiglie delle due ragazze – a quanto si è appreso – sono giunte in auto, un po’ in ritardo a causa di una foratura: per Vanessa i genitori e il fratello; per Greta, oltre ai genitori, il fratello e la sua fidanzata, anche due amiche, compagne delle scuole medie, volontarie anche loro. Lacrime di gioia e abbracci per Greta e Vanessa che, nonostante la stanchezza hanno poi scambiato con parenti ed amici qualche frase, prima di concludere le procedure di rito e lasciare l’aeroporto.

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