Castellanza, alla LIUC il primo centro di ricerca italiano sui temi della competitività

Il centro, che avrà sede all’Università Carlo Cattaneo, sarà affiliato all’Harvard Business School e ambisce a essere la Competitiveness Valley d’Italia

02 Febbraio 2015
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Una rete internazionale di professori, ricercatori e Università a supporto dell’imprenditorialità e della competitività delle imprese varesine, lombarde e italiane. Questo è l’ambizioso progetto che ha avuto inizio ad aprile e che è stato fortemente voluto dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese.

L’incubazione di 10 start-up; la consulenza fornita a 20 imprese, 9 cluster, 2 organizzazioni a capo di distretti industriali, 3 istituzioni pubbliche; l’organizzazione di diversi programmi di formazione su competitività, cluster, processi imprenditoriali; la redazione di 3 paper per riviste scientifiche; la partecipazione a 4 conferenze internazioni di primaria importanza; la conduzione di progetti di ricerca su imprenditorialità, innovazione, capacità di recupero e competitività sia a livello di singole imprese, sia di cluster; la predisposizione, in fase di realizzazione, del piano strategico per l’industria lombarda commissionata da Confindustria Lombardia, con focus sui 9 cluster riconosciuti dalla Regione.

Il tutto per un’attività che ha comportato la raccolta, tra clienti e donatori, di risorse finanziarie pari a 500mila euro. Sono questi i dati dell’avvio delle attività, iniziate ad aprile 2014, dell’Institute for Entrepreneurship and Competitiveness della LIUC-Università Cattaneo, il primo centro di ricerca italiano sui temi della competitività affiliato alla rete internazionale dell’Harvard Business School: il Microeconomics of Competitiveness (MOC) Affiliate Network, che fa capo alla pluriennale esperienza dello studioso di teoria della strategia aziendale di fama mondiale Michael Porter.

Partner istituzionale dell’Institute è l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, dove, dopo mesi di intensa attività in sordina, lontano dai riflettori, sono stati presentati questa mattina alla stampa i primi risultati. “Oggi molti territori e città – ha spiegato il Presidente dell’Unione Industriali, Giovanni Brugnoli – si candidano ad essere la Silicon Valley d’Italia. Con l’Institute l’industria varesina, più prosaicamente, ma in maniera più concreta e, se vogliamo, per molti versi più ambiziosa, vuole affermarsi per ciò che è sempre stata: il territorio del saper fare impresa. Vogliamo essere una competitiveness valley, sia per le imprese high, sia per quelle medium tech.  Non vogliamo solo fare da motore di sviluppo della dimensione tecnologica del nuovo modo di fare impresa, ma sostegno di nuova e tradizionale imprenditorialità in ogni suo aspetto”. Proprio per questo la nascita dell’Institute è da considerare il completamento, sul lato della competitività e dell’imprenditorialità, di ciò che SmartUp (il Laboratorio di Fabbricazione Digitale della LIUC – Università Cattaneo) rappresenta per le aziende sul lato dei nuovi sistemi di produzione. Sul fronte delle start-up l’Institute sta seguendo lo sviluppo di 10 nuove imprese impegnate in settori e business più diversi: moduli tecnologici per dormire in aeroporto; sistema di baratto di coupon per la spesa; format retail food all’italiana; percorso turistico-culturale a piedi; bioraffineria; design di montature per occhiali; consegna a domicilio chilometro-zero di ingredienti per ricette bio; software e servizi per programmazione neuro “sonora”; scuola di lingua; software e servizi per test campagne advertising.

“Ancora una volta – spiega il Presidente della LIUC – Università Cattaneo Michele Graglia – la LIUC dimostra di saper essere glocal, coniugando la propensione internazionale e l’attenzione al territorio. Se da un lato infatti siamo lieti di poter far parte con l’Institute di un network di grande prestigio in tutto il mondo, dall’altro desideriamo mettere a disposizione delle nostre imprese tutte le opportunità che stanno nascendo da questa collaborazione. Iniziative concrete, che favoriscano la nascita di start – up e mettano a contatto il nostro tessuto imprenditoriale con nuove opportunità di innovazione. Un altro modo di declinare la peculiarità della LIUC, Università che nasce dalle imprese, dialoga con esse e risponde alle loro esigenze”.

Sostegno alle imprese e alle start-up, dunque, ma non solo. Centrale, nell’attività dell’Institute, è anche il lavoro di studio, analisi e consulenza nei confronti dei Cluster e lo sviluppo della loro imprenditorialità (sia nel rinnovamento dell’esistente, sia nell’avvio di nuove imprese), dell’innovazione (portata avanti in maniera aperta e collaborativa), dell’internazionalizzazione (con l’apertura a nuovi mercati, riorganizzazione delle filiere, risorse umane e capitali).

“Essere partner dell’istituto diretto dal prof. Porter ci consente di essere inseriti in un network internazionale che rappresenta un riferimento primario in ambito accademico, istituzionale e imprenditoriale sulle tematiche della competitività d’impresa, dell’imprenditorialità e della strategia aziendale – spiega il prof. Fernando Alberti, Direttore dell’Institute – Da un lato, offriamo sostegno alle PMI ma anche alle grandi aziende su definizione e ridefinizione dei modelli di business e riposizionamento strategico e competitivo, ma anche su internazionalizzazione dei mercati e della produzione, lancio di nuove aree di business, analisi di mercato e della concorrenza e fusioni e aggregazioni tra imprese. A questi ed altri servizi le imprese associate all’Unione potranno accedere in via privilegiata: vogliamo infatti mettere a disposizione del territorio tutte l’esperienza della nostra faculty internazionale composta da accademici, imprenditori, consulenti e policy makers”. Ma quali saranno nel dettaglio gli strumenti messi in campo dall’Institute per lavorare fianco a fianco delle imprese? “Si va dalla realizzazione di ricerche di base e su commessa, alla formazione executive e specialistica, attività di consulenza e di advisory”.

Quanto all’ambito reti di imprese, distretti e cluster , “ci stiamo occupando del Piano strategico per Confindustria Lombardia sull’economia lombarda con focus sui 9 cluster tecnologici e le imprese mid-tech ma anche del piano e del processo di labelling (ossia l’accreditamento a livello europeo ndr) per il Cluster Aerospaziale Lombardo e per l’Energy Cluster Lombardo. Inoltre, stiamo supportando la pianificazione strategica e l’organizzazione dei 9 cluster tecnologici lombardi”.

L’affiliazione all’Harvard Business School permette all’Institute della LIUC – Università Cattaneo di far parte del Microeconomics of Competitiveness (MOC) Affiliate Network, che conta nel mondo 110 scuole di 63 diversi Paesi. Una collaborazione che all’interno dello stesso Advisory Board dell’Institute della LIUC si traduce nella partecipazione di 9 professori e ricercatori provenienti da 9 diversi Paesi e Università. Con i due esponenti italiani dell’Institute, il prof. Fernando Alberti e il prof. Emanuele Pizzurno, che a loro volta fanno parte degli Advisory Board di Grenoble e Rotterdam.

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