Camere di Commercio: mentre a Firenze si ragiona, a Varese si “sragiona”

Una riflessione di Alessandro Ceccoli, che ha ricoperto i ruoli di amministratore di varie spa in Francia e Vice Presidente UIT Federtessile francese, sull’intervento del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che difende l’istituzione camerale, e il premier Matteo Renzi, che propone una riforma

18 Luglio 2014
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Varese, Maroni alla Camera di Commercio: “Istituiamo il tavolo lombardo del sistema camerale”, Regione Lombardia sta con le Camere di Commercio. E farà in modo di “salvarle” dalla riforma del governo Renzi.

Inviterei il sig. Governatore, che probabilmente vive nel fantastico mondo di Oz, a chiedere alla maggioranza degli iscritti “per forza”, che ovviamente non appartengono a quella piccola schiera dei privilegiati “aiutati”, cosa ne pensano dell’attività delle Camere di Commercio? Credo che la maggioranza degli iscritti ne conosca una sola attività: la richiesta d’iscrizione obbligatoria annuale. Ben ha fatto Renzi ha prevedere per il 2015 il dimezzamento della TASSA d’iscrizione.

Non voglio entrare sulla qualità dei rappresentanti presenti nei vari consigli, ne conosco qualcuno, e poi in realtà il problema è ben più ampio e riguarda la selezione della classe dirigente di quest’ultimo ventennio. Ma vorrei solo riportare la differenza d’attitudine espressa dal nuovo presidente dell’istituzione fiorentina. Leonardo Bassilichi, questo è il suo nome, ha annunciato una ridefinizione delle priorità: taglio delle partecipazioni non strategiche, messa a reddito degli immobili nel centro della città, eliminazione dei finanziamenti per i soliti noti, taglio di convegni non produttivi, ridefinizione delle esigenze degli iscritti, coordinamento tramite un “pensatoio” dei soggetti che erogano finanziamenti al territorio, lancio di servizi a domicilio e online.

Dichiara per finire: “Vogliamo che i nostri iscritti guardino alla Camere di Commercio come un valore aggiunto, non come un problema”. In questa sua ultima dichiarazione sta tutto il senso del problema, ma il nostro Governatore non l’ha ancora capito. Quanto ancora dovremo subire questa cultura di far pagare in gran parte un inutile servizio a beneficio di pochi intimi?

Alessandro Ceccoli

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