“Dopo le ultime novità, che a quanto pare dovremmo essere costretti ad accettare, quale sorte aspetterà alla rimanente parte dello storico calzaturificio Borri della nostra amata Busto Grande fondato nel lontano 1892…un futuro avvolto nella nebbia come ci è già dato intendere dal 2011.
Oggi, dopo anni di degrado ed abbandono e dopo l’acquisto del Comune e un concorso su idee di riqualificazioni del calzaturificio la storia si ripete in farsa.
Il calzaturificio la cui facciata troneggia su uno dei viali più belli di Busto, facente parte insieme al museo del Tessile e ai Molini Marzoli di quella Busto che fu una Busto grande, è qualificabile come un’opera d’arte a cielo aperto, un’opera di Archeologia Industriale che tante città nel mondo ci invidiano..Oggi, grazie alla politica economica nazionale che limita fortemente gli investimenti e un insieme di amministrazioni passate con poche idee originali e sostenibili, rimane un occasione persa.
A riguardo è stato scritto tanto, criticando ma nessuna idea concreta è emersa e intanto il degrado non si è arrestato nuovi crolli spazzatura e forse occupazioni temporanee, il tutto in pieno centro.Un occasione mancata da parte del comune e degli industriali di Busto di creare un centro polo MULTICENTRICO dove far convivere diverse realtà: un museo per dare spazio alla cultura e ai giovani,un centro esposizioni,un parco per i nostri concittadini, degli uffici comunali a servizio dei giovani che vogliono fare impresa a Busto con dei locali messi a disposizione per gli stessi ragazzi ed infine proponendo il gemellaggio con una grande città industriale IN FORTE CRESCITA (prima o poi arriveranno…) in modo da creare quelle sinergie imprenditoriali che portano indotto per la città.
Invece si è parlato di tre fasi la prima come recupero per uffici comune e Agesp,fase due caratterizzata dalla mancanza di idee e la fase tre un parco con parcheggi (evidentemente era già nell’aria un centro commerciale grazie alle nuove strategie della grande distribuzione organizzata di creare medie superfici ora riempiranno i centri città di supermercati).
Ringrazieranno i commercianti del centro già stremati.
Bisogna Rifondare una nuova Busto Grande con i simboli dell’archeologia industriale che fu ma con una nuova vocazione,che grazie alla nostra posizione strategica possa diventare un Hub, un ponte verso l’europa (ricordo l’hupac Busto Arsizio dogana dove arrivano i treni per la Svizzera che poi vanno in Europa e la Malpensa) dandogli anche una vocazione logistica che produrrebbe lavoro e tante nuove imprese.
Auspico che il calzaturificio Borri non sia l’ennesima occasione sprecata l’ennesima svendita(dove finiranno gli oneri nel recupero???) e mal gestione del nostro territorio e spero che la nuova amministrazione, con la speranza che sia proprio Busto Grande dall’interno della macchina comunale, possa riportarlo agli antichi splendori ed erigerlo simbolo di una nuova rinascita”
GIORGIO CRESPI detto CIOZ
Candidato al Consiglio Comunale nella lista di BUSTO GRANDE