Surplace è lo spazio sperimentale, curato da Luca Scarabelli all’interno di Zentrum, che promuove la conoscenza delle pratiche artistiche contemporanee, facendole dialogare e interagire tra loro. La mostra di Pierluigi Fresia sarà visitabile fino al 31 luglio.
Pierluigi Fresia è un artista che si avvina molto al lirismo della poesia, una poesia che incrocia immagini silenti e parole scelte con estrema cura. I suoi lavori non sono semplicemente composti di fotografie e parole in libertà. C’è un forte rapporto tra le due possibilità espressive, un intreccio di senso e di rafforzamento, come se una cosa richiamasse sempre l’altra. L’immagine non è mai muta, le parole sono immaginifiche, e metterle insieme, accordarle, è per Fresia predisporre un ricco apporto di senso alle cose che cadono sotto il suo sguardo. E poi c’è la fotografia, il suo media privilegiato (assieme al disegno), che è sempre evocatrice di storie, come quando l’attenzione è posta su luoghi lontani, lande desolate o boschi silenziosi dove sempre qualche albero cade. L’esistenza si sente, sono luoghi dove la vita gira sempre attorno alle cose, sfiorandole, e quel suono, anche se non presenti, lo sentiamo. Fresia ci fa sentire quel suono, con le immagini. Occorre predisporsi così a un’osservazione silenziosa, assorta, per farsi rapire estaticamente. Se per Benjamin l’aura s’è persa con la riproducibilità, la forza delle immagini e delle parole scelte da Fresia, la rimette al suo posto.
La mostra che presenta da Surplace, è caratterizzata anche dalla presenza di un’opera di Fabio Mauri, accolta da Fresia nel suo progetto, per le ricche suggestioni che ha dato allo sviluppo delle sue ricerche.
Io trovo il mondo inverosimile, proprio perché c’è la morte.
Noi siamo tutti qui, tranquilli e… c’è la m-o-r-t-e !!!
La morte è la rottura di ogni tracciato lungo…”
Fabio Mauri
Come uno schiaffo improvviso qualcuno o qualcosa ci pone un limite invalicabile, una linea tra l’essere e il non più essere, netta, della quale non conosciamo, se non forse per approssimazione l’ubicazione topografica sulla mappa del nostro esistere, nonostante su questa mappa noi tutti si faccia ogni istante cieco affidamento, esiste poi la possibilità di tracciare noi stessi tale netta demarcazione, questa però è un’altra storia…
Ma al di qua di quel limite abbiamo solo un puro concetto, mancante di quel carattere fondamentale e fondante che è l’esperienza diretta, cosa che ci consentirebbe di portare la di lui testimonianza altrove. Ma oltre questo, cosa diavolo ha a che fare il linguaggio artistico con tutto ciò cosa può aggiungere a un qualcosa che sostanza non ha, in quanto umanamente (nello spazio vitale) impercettibile, impraticabile?
Forse nulla… dunque TUTTO.
Pierluigi Fresia
In occasione della inaugurazione della mostra è previsto un live-set di Jack Fresia ideato per l’occasione.
Si ringrazia Liliana Dematteis per la gentile e amichevole collaborazione.
Pierluigi Fresia, 1962, Asti.
Galleria Martano, Torino;Galleria Milano, Milano; Galleria Studio G7, Bologna; Esso Gallery, New York; galleria Il Ponte Firenze; Mara Coccia, Roma; Galleria Leonardi V-Idea, Genova; Artissima, Torino; Mi Art, Milano ; MIA, Milano; ARCO Madrid; Fotografia Europea, Reggio Emilia. Sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private tra le quali GAM. Torino e MART, Rovereto, AIAP Fondo Mario Piazza, Milano.