Il tour nelle scuole del premier toccherà anche Varese. Dove probabilmente verrà a visitare il Liceo Manzoni e il Liceo classico Cairoli. È arrivata ieri la conferma, da ambienti vicinissimi al presidente del Consiglio Matteo Renzi, che Varese è stata inserita nella lista di città che rientrano nel tour del capo del governo. Manca ancora la data, che verrà definita dopo che Renzi avrà portato a termine gli impegni europei di questi giorni.
Sarà la prima volta che arriverà in qualità di presidente del Consiglio. Finora, infatti, le visite dell’ex sindaco di Firenze erano state effettuate nell’ambito delle campagne elettorali. Nel 2012 Varese era stata tappa del suo tour in camper, quando sfidò e perse contro Pierluigi Bersani. A pochi mesi di distanza, a febbraio del 2013, tornava nella città giardino, e sempre al Cinema Politeama, questa volta come supporter del candidato alla presidenza della Regione Umberto Ambrosoli.
“Avevamo inviato l’invito, stiamo aspettando la risposta” conferma infatti il preside del Liceo Manzoni Giovanni Ballarini.
Il primo invito al premier era arrivato proprio dalla vicepreside Luisa Oprandi (che è anche consigliera comunale del Pd), la quale aveva scritto a titolo personale, due settimane fa, una lettera aperta a Renzi, invitandolo a visitare le scuole varesine.
“Mi piace che il primo ministro scelga di entrare nelle nostre aule – ha scritto Oprandi – di battere il cinque ai ragazzi che le animano, di ascoltare i loro racconti, di sedersi magari accanto a loro durante una lezione. Sicura che in diversi casi sicuramente alzerebbe gli occhi e vedrebbe le muffe sui muri o sui soffitti, le finestre che si aprono al primo soffio di vento, le macchie di umidità che disegnano figure sempre nuove ad ogni giornata o nottata di pioggia. Per questo, sebbene voce femminile isolata del consiglio comunale di Varese, ti invito ad essere presente quando ti sarà possibile anche nella nostra città ed incontrare la straordinaria qualità di un lavoro didattico quotidiano e a tutti i livelli, dalle scuole dell’infanzia fino alle superiori. Noi uomini del presente siamo come nani sulle spalle di giganti e sulle loro spalle possiamo vedere meglio e più in là: parafrasando il medioevale Bernardo da Chiaravalle, penso sia questo il senso della cultura che rende liberi, quindi della buona scuola. Ma è anche quello della politica che, se è buona, deve riuscire a regalarci lo stesso senso di libertà. Arrivederci a Varese”.