
L’incontro, intitolato Poeti della rivolta, socialisti italiani tra XIX e XX secolo, analizzerà le opere di celebri autori della nostra letteratura che descrissero con la forza dei propri versi la cruda realtà di quegli anni.
Dopo lo sguardo agli “stranieri” che hanno cantato l’Italia, si torna “a casa nostra”, con i “poeti della rivolta”, tra i quali si trovano gli stessi Carducci (eh sì!) e Pascoli, accanto a nomi in parte noti (Lorenzo Stecchetti, Ferdinando Fontana, Antonio Ghislanzoni, Severino Ferrari, Ada Negri, Arturo Graf, Edmondo de Amicis…), od a personaggi noti per la politica, ma che si espressero anche nell’arte (Felice Cavallotti, Filippo Turati, Francesco Crispi…).
Sono autori che vivono con singolare immediatezza di toni i sogni e le rivolte delle giovani generazioni, fra lo spegnersi delle speranze risorgimentali e le insorgenti delusioni dell’Italia unita. Appassionati o violenti, aspri ed amari, questi versi compongono un quadro spesso inedito (ma reale) dell’Italia, sottratta dalla “storiografia ufficiale”, tramandando così l’immagine di una società solcata da inquietudini e da conflitti profondi, che la sensibilità poetica amplifica in termini di protesta, sovente esasperata.
Il secondo appuntamento, quindi, serve per mostrare quanto sia stata consistente, nelle lettere italiane, una tradizione di protesta civile, sovente ignorata e disprezzata dalla critica ufficiale o “militante”.