Varese, dopo Mussolini anche Garibaldi perderà la cittadinanza onoraria?

Il nuovo regolamento, approvato in commissione Affari generali, prevede che l’onorificenza cessi con la morte della persona insignita. Una norma che sembra fatta apposta per toglierla a Mussolini. Ma che ha, come ”effetto colleterale”, quello di colpire anche gli altri

14 Febbraio 2015
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Garibaldi

Il nuovo regolamento sul conferimento delle cittadinanze onorarie a Varese non revocherebbe solo l’onorificenza a Benito Mussolini. Ma anche a Giuseppe Garibaldi. E a tutte le personalità che ne sono state insignite e sono poi defunte. Il nuovo testo infatti lega la cittadinanza onoraria alle regole di quella normale. E quando si muore, ovviamente, si cessa anche di essere cittadini.

Tuttavia, il testo del regolamento prevede anche l’istituzione di una sorta di albo delle cittadinanze onorarie dei defunti. In pratica, la cittadinanza cessa di essere attiva con la dipartita dell’insignito, e quindi tecnicamente quando si muore non si sarà più cittadini onorari di Varese. Ma quantomeno non ci sarà una “damnatio memoriae”, in quanto verrà sempre ricordato chi in vita ebbe questo riconoscimenti. Al Pd, che ha spinto per il nuovo regolamento, tuttavia, arriva qualche critica.

«Mi dispiace che il Pd abbia gestito la cosa in questo modo – commenta il consigliere comunale di Movimento Libero Alessio Nicoletti – il regolamento infatti parla chiaro e dice che la cittadinanza non può essere revocata a persone defunti. Per le quali verrà creato un albo ad hoc, che conterrà i nomi di chi, in vita, ottenne il riconoscimento. Altrimenti sarebbe triste perdere la memoria di chi ebbe questa onorificenza, come ad esempio, per citarne uno, Giuseppe Garibaldi».
Da parte sua, il vicecapogruppo del Pd Luca Conte, promotore del nuovo regolamento, sottolinea: «La mia mozione è nata dalla necessità di andare a colmare un vuoto normativo. Fino ad oggi le cittadinanze onorarie venivano conferite a volte dalla giunta, ed altre volte invece dal consiglio comunale. Senza nessuna disciplina. Il regolamento non nasce da un caso particolare, ma appunto dalla necessità di mettere un po’ di ordine. E di rendere i prossimi conferimenti il più possibile condivisi, grazie alla necessità di avere una maggioranza di tre quarti dei consiglieri comunali».

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