Varese dice no all’arrivo di nuovi immigrati: «Prima gli italiani». Vietato il burqa sul territorio comunale

La mozione della Lega contro Mare Nostrum è stata approvata e prevede che l’amministrazione cerchi di evitare l’arrivo di stranieri clandestini sul territorio. Passa anche il divieto di indossare l’indumento islamico

23 Gennaio 2015
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Burqa

Varese dice no all’arrivo di immigrati sul territorio comunale. È stata approvata la mozione della Lega Nord, presentata dal capogruppo Giulio Moroni, contro la politica sull’immigrazione del governo Renzi. Il testo è stato modificato, anche perché quando il documento era stato presentato, mesi fa, era ancora in vigore l’operazione Mare Nostrum, oggi finita. «La seconda parte è tutt’ora valida, anzi – ha sottolineato Moroni – dove si chiede al nostro sindaco e alla giunta di attivarsi affinché non vengano ricevuti sul nostro territorio immigrati che possano rappresentare una minaccia alla sicurezza. Abbiamo visto che l’immigrazione in Italia è fatta in questo modo:  con i barconi che sono un business per la malavita, e non sono il sistema migliore per portare persone professionalmente qualificate in Italia. Desidererei che queste persone a Varese non arrivassero. O almeno che l’amministrazione faccia presente che la legge va cambiata».

Il parere della giunta, espresso dall’assessore Carlo Piatti, è stato favorevole.

A contestare la mozione innanzitutto il Pd.

«È una mozione che arriva fuori tempo massimo – ha detto il capogruppo Fabrizio Mirabelli – inoltre Mare Nostrum era un’operazione concepita non per gestire l’immigrazione, ma per salvare vite umane. Sono state circa 150.000 le persone salvate, e 500 scafisti sono stati arrestati, oltre al sequestro di tre navi madri. E ricordo al capogruppo della Lega, che aveva chiesto di cambiare la legge sull’immigrazione, che la legge si chiama ancora Bossi-Fini».
Il capogruppo di Ncd Matteo Giampaolo: «Spiace che la Lega disprezzi totalmente l’operazione Mare Nostrum con la politica sull’immigrazione, che sono cose diverse».

Il consigliere comunale di Liberi per Varese Giacomo Cosentino si è detto invece favorevole alla mozione: «I costi dell’operazione sono stati esorbitanti, e dire che andavamo a salvare delle vite non è vero. Al massimo abbiamo incentivato i viaggi della speranza e aumentato i morti. Queste persone vanno aiutate nei loro Paesi. Inoltre, lo stesso ministro Gentiloni ha detto che il problema della sicurezza è legato all’immigrazione. Il mio augurio è che  il Comune di Varese non ospiti nemmeno un immigrato. E se fossimo costretti, che la Prefettura si attivi per rimandarli via presto».

Il capogruppo di Liberi per Varese e segretario dell’Udc Ennio Imperatore, favorevole alla mozione, ha però chiesto una modifica, cambiando la frase finale con “Attivare sindaco e giunta per impedire l’arrivo di immigrati clandestini perché la priorità di qualunque servizio sia assicurata ai cittadini italiani che stanno soffrendo questa crisi economica”. L’emendamento è stato accolto.

A contestare duramente la mozione anche Francesco Cammarata del Movimento 5 Stelle, che ha criticato la strumentalizzazione da parte della Lega Nord dell’argomento. Durante il suo intervento, il sindaco leghista Attilio Fontana gli ha risposto criticandolo a sua volta ed è quindi uscito dall’aula.

Alla fine la mozione è stata approvata, ma con una piccola spaccatura nella maggioranza. Dal momento che il capogruppo di Liberi per Varese (Forza Italia più Udc) Ennio Imperatore ha dato libertà di voto, il consigliere Mauro Pramaggiore ha votato contro. Sulla scelta di lasciare libertà di voto Cosentino si è detto contrario: «Su un argomento di questo tipo l’indicazione doveva essere di voto favorevole».

Il risultato finale è stato di 16 voti a favore (Lega Nord più Liberi per Varese), 12 contrari (Pd, Sel, Ncd, Movimento 5 Stelle e Pramaggiore) e 1 astenuto (Movimento Libero).

Approvata anche la mozione per impedire l’utilizzo del burqa e di altre forme di copertura del volto sul territorio comunale, presentata dai forzisti Piero Galparoli e Ciro Grassia. Qui la maggioranza è stata più netta: 20 voti a favore, 1 contrario e 7 astenuti.

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