
Un evento organizzato dalla Società Dante Alighieri varesina per parlare delle tappe che hanno portato all’unità linguistica e culturale della nazione italiana. Relatore della serata il prof. Gianmarco Gaspari docente di Letteratura Italiana all’Università degli Studi dell’Insubria.
Un percorso difficile: è quello che sancisce la faticosa costruzione della nostra identità nazionale, nella quale la lingua e la letteratura (come e più dell’arte e della musica) hanno giocato una parte fondamentale. Tensioni irrisolte muovono dal pensiero di Dante sull’unità, sulla lingua comune, su valori etici ed estetici che rinnoveranno il mondo, per collegarsi con la loro idealizzazione, che avverrà nel corso dell’Ottocento.
Nel 1865, sesto centenario della nascita di Dante, Firenze diventa capitale e Manzoni pone l’autore della Commedia al centro di una nuova riflessione sul progetto di una lingua comune, almeno nelle intenzioni, certo che la lingua sancirà definitivamente l’unità della nazione. Sono temi su cui ci stiamo ancora interrogando, ma forse una risposta sta già nel fatto che qualche episodio della Divina commedia e qualche pagina dei Promessi sposi – e poco altro, prima della televisione – siano tra i pochi riferimenti culturali che ogni italiano è in grado di condividere.
Gianmarco Gaspari è docente di Letteratura Italiana all’Università degli Studi dell’Insubria, dove dirige il Center for Local Histories and Cultural Diversities. Ha organizzato mostre, convegni e rassegne teatrali. Si occupa in particolare di letteratura italiana tra Sette e Novecento e nel 2014 ha pubblicato gli Scritti economici di Cesare Beccaria. È direttore della rivista Annali manzoniani e fa parte dei Comitati per le Edizioni Nazionali di Alessandro Manzoni e Pietro Verri.