Yellow è un luogo dedicato alla pittura, uno spazio di incontro per pittori italiani e internazionali che desiderano sperimentare, presentare e contaminare la propria arte. La mostra sarà visitabile fino al 30 aprile.
Sigrid Holmwood, Sebastiano Impellizzeri, Enzo Marra e Michele Tocca sono quattro pittori che fondano la propria ricerca nella relazione amorosa con la storia dell’arte.
In mostra a Yellow, il lavoro di quattro pittori che fondano la propria ricerca sulla relazione amorosa con la storia dell’arte. Palinodie contemporanee che rivisitano tradizione e immaginario comune, capolavori, architetture e ricette pittoriche dei Grandi Maestri.
La palinodia, dal greco πάλιν (pálin, “di nuovo” o “all’indietro”) e ᾠδή (ōdé, “canto”), è un componimento poetico volto a ritrattare un pensiero precedente, spesso nell’intento di smentirlo. Molti sono gli esempi nella letteratura greca come in quella latina. Tuttavia, l’accezione qui adoperata vuole essere quella più letterale di un canto che cerchi e trovi la sua musa indietro negli anni, ne canti la bellezza e la grandezza, mostrandocela sotto nuove vesti, adorne di reminiscenze e rimandi.
Più che pentimenti, quindi, amplificazioni.
Accanto alla storia dell’arte conosciuta dai più, si leva dunque un controcanto, una voce che ora si mescola, ora si distingue, arricchendo la melodia principale. La si sente spuntare piano pianissimo, insieme all’erba olandese baciata dal sole di Het Hollandse Landschap (or After Ruisdael), rifacimento di un paesaggio di Ruisdael, di Michele Tocca, salire e arricciarsi nelle chiome e, poi, indulgere fra le nuvole del cielo, per farsi più decisa e ferma sulle mani contadine, nelle scene rurali post Millet e Van Gogh, dipinte da Sigrid Holmwood. Esse profumano di orto e di fiori, di terra e di pietre con cui la pittrice, recuperando le ricette antiche, macina i suoi stessi pigmenti, risvegliando la nostra lunga appartenenza al mondo della natura e della lentezza. In crescendo, la melodia scivola lungo le pennellate pastose di Enzo Marra, evocando cene da Wheeler’s nella Londra anni Cinquanta e celebri esposizioni, di cui Marra spia spettatori e potenziali collezionisti. Infine, forte fortissimo e a ritmo serrato, dal canto si stagliano ad una ad una le voci delle centinaia variazioni di Gilles, celebre Pierrot di Jean-Antoine Watteau, rivisitato qui da Sebastiano Impellizzeri con le sue Postcards from Gilles: “cartoline” che, insieme ad ognuna delle opere in mostra, appuntano ciascuna una possibile differente storia nella Storia.
Più di tutto, una storia d’amore.
a cura di Vera Portatadino