“Terremoto” alla Croce Rossa di Luino. La Guardia di Finanza ha concluso un’indagine che vede undici indagati su presunte irregolarità nella gestione del denaro pubblico.
Irregolarità che riguarderebbero le procedure di acquisto di beni e servizi. Alcune spese sarebbero state infatti, secondo quanto riscontrato dagli inquirenti, affidate a due società di proprietà di parenti del presidente del Comitato locale della Croce Rossa. Ci sarebbe in questo caso la violazione della legge sul procedimento amministrativo e del Codice degli appalti, che determinano l’obbligo di astensione da parte di chi ricopre un incarico pubblico di fronte a propri interessi o di congiunti prossimi.
Non solo. Le Fiamme Gialle avrebbero accertato di accertare sia false timbrature che assenze ingiustificate dei dipendenti. Oltre a presunte spese personali dei volontari, che sarebbero state poi addebitate alla Croce Rossa.
Il periodo sotto indagine va dal 2012 al 2013. Prima quindi della privatizzazione della Croce Rossa.
Gli indagati sono in tutto undici, a partire dal presidente della Croce Rossa di Luino, al quale vengono addebitati reati come abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, truffa ai danni dello Stato. Il danno quantificato alle casse pubbliche si aggira sui 15.000 euro.