Regione Lombardia, i consiglieri regionali varesini chiedono una “zona franca” al confine con la Svizzera

La proposta è stata presentata dal forzista Luca Marsico e sottoscritta dagli altri esponenti del centrodestra varesino. L’obiettivo entrare nell’area di speciale regime economico

24 Giugno 2014
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Marsiconuova

Una “zona franca” tra Lombardia e Svizzera. Un modo per rilanciare l’economia locale di confine è al centro di una proposta presentata ieri in consiglio regionale.

La proposta è arrivata dal consigliere regionale di Forza Italia Luca Marsico, che ne è primo firmatario e sottoscritto anche dai consiglieri Luca Ferrazzi (Maroni presidente) e dai leghisti Fabio Rizzi e Francesca Brianza. Si tratta di un subemendamento all’emendamento proposto dal consigliere Marco Tizzoni  sulla  proposta di legge parlamentare (PLP) 11 “Istituzione di una Zona Economica Speciale (ZES) nelle aree territoriali della Lombardia confinanti con la Svizzera”.
La proposta di legge parlamentare, che verrà discussa nel corso della seduta di domani della Commissione Bilancio, approderà in aula consiliare il prossimo 8 luglio.
La proposta specifica ulteriormente l’emendamento presentato dal consigliere Tizzoni e mira ad estendere la ZES a tutti i comuni situati ad una distanza pari o inferiore a sette chilometri dal confine più prossimo dal sedime dell’aeroporto di Milano Malpensa.

“Si tratta di una proposta emendativa che ha come scopo quello di estendere il beneficio fiscale ad altri diciannove comuni della provincia di Varese attualmente esclusi da questa agevolazione – sottolinea Marsico – l’estensione della ZES creerebbe, infatti, un miglioramento del tessuto imprenditoriale portando ad un ulteriore sviluppo del territorio con l’auspicabile creazione di nuovi posti di lavoro”.

“Quello che ci auguriamo è che il Governo recepisca velocemente la richiesta che arriva dalle zone di confine di Varese, Como e Sondrio e adesso anche dalle aree prossime a Malpensa – commenta la consigliera Brianza -. E’ quanto mai urgente fare recuperare competitività alle imprese grazie a una diminuzione della tassazione, dell’ Iva e delle imposte doganali, arrestando il fenomeno della delocalizzazione verso il Canton Ticino che sta impoverendo il territorio dell’Insubria”.

Da ricordare anche che Regione Lombardia si è appellata addirittura all’Europa per ottenere una via più veloce alla realizzazione delle Zes.
La decisione è stata presa dal Consiglio regionale che a Marzo ha inserito un emendamento ad hoc nella Risoluzione per la Commissione Europea:”Oggi l’istituzione di queste zone è di competenza nazionale, motivo per cui affrontiamo l’argomento con un Progetto di legge al Parlamento – spiega la consigliera Brianza -. Tuttavia, ci pare indispensabile prevedere che si possa concedere alle regioni europee la possibilità di istituire direttamente eventuali Zes, concertandole ovviamente con l’autorità statale, ma senza passare attraverso una procedura complessa e farraginosa come quella attuale che rimanda di fatto la questione a sola discrezione del Parlamento”.

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