Poste Italiane, si muove la Regione. «Le chiusure degli uffici penalizzano il Nord e salvaguardano il Sud»

La commissione regionale ha avuto un incontro con le sigle sindacali, per studiare un piano che garantisca la continuazione dei servizi. La Cisl: «A rischio altri 800 sportelli»

12 Febbraio 2015
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La IV Commissione si è confrontata questa mattina con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil in merito al piano di riorganizzazione di Poste Italiane, che solo in Regione Lombardia prevede la chiusura di 61 uffici e la razionalizzazione degli orari di apertura in altri 121 sportelli. Come hanno spiegato le parti sociali, sulle spalle dei cittadini e dei lavoratori lombardi pesa il 15% delle chiusure e il 20% delle razionalizzazioni della società a capitale pubblico.

Un’operazione di spending review che avviene – hanno ribadito in tutti gli interventi i rappresentanti sindacali – in una società in attivo e secondo logiche che non hanno tenuto conto delle esigenze del territorio, a partire dal confronto con i sindaci o dalla valutazione della presenza o meno di altri servizi analoghi come banche o sportelli bancomat.

“Abbiamo in mano report che dimostrano chiaramente come la presenza di sportelli di Poste italiane al Sud sia molto più capillare rispetto al Nord – ha commentato il Presidente Angelo Ciocca – è assurdo quindi che i tagli lineari dell’azienda vadano ulteriormente a penalizzare la nostra Regione e i lavoratori lombardi. Il 3 marzo arriverà in Aula la risoluzione che condivideremo con la Commissione Bilancio. Ma prima di quella data, e subito dopo l’approvazione del documento nella nostra Commissione, siamo intenzionati a consegnare il testo direttamente nelle mani dei vertici aziendali, per far capire che il piano di riorganizzazione va rivisto e concordato con il territorio”.

In Commissione sono intervenuti Donatella Martinazzoli e Fabio Rolfi (Lega Nord) che avevano richiesto questa audizione, Enrico Brambilla (PD), Stefano Buffagni (M5S), Mauro Piazza (NCD).

Nei prossimi anni, seguendo questo percorso, potrebbero chiudere altri 800 sportelli – ha detto Giuseppe Marinaccio segretario generale della Cisl Poste –  I problemi che abbiamo davanti riguardano l’esodo e la conseguente carenza di personale. Serve un forte intervento della Regione”.

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