“Ci vuole concretezza. E questo significa far sapere ai cittadini che gli 80 euro che Renzi darà ai lavoratori dipendenti verranno presi, ma in misura molto maggiore, dalle nostre tasche”.
Flavio Tosi, sindaco di Verona e segretario nazionale della Liga Veneta, parla, dal palco della Festa leghista di Besozzo, in provincia di Varese, da vero e proprio leader del centrodestra. E quindi non può non attaccare le ultime disposizioni dell’attuale esecutivo. A partire dal provvedimento che prevede l’obbligo, per gli esercizi commerciali, di introdurre i Pos, ovvero l’obbligo di avere il bancomat per i pagamenti. “Certo sotto i 30 euro non sarà necessario usarli, ma intanto il “giochetto” porta alle banche i guadagni per i costi di gestione del sistema”.
Ma la critica di Tosi va oltre, e colpisce le “relazioni” tra il premier e il leader di Forza Italia.
“Renzi è un parolaio come Berlusconi. L’unica differenza è che Berlusconi ha quarant’anni in più. Ma dobbiamo evitare assolutamente che resti al governo per vent’anni come Berlusconi. Speriamo che la seconda repubblica finisca il prima possibile. La gente ha bisogno di risposte concrete, non delle promesse di Renzi”.
E non manca, nel discorso di Tosi, un’analisi su com’è stata la politica nella Lega. “Io sono in Lega dal ’91, ho 24 anni di militanza alle spalle. Ho preso parte e tutte le battaglie storiche. Prima il federalismo, poi la secessione, quindi ancora il federalismo. Adesso occorre presentare risposte concrete. Dobbiamo puntare proprio su questo”.
E quindi il discorso sulle “false promesse di Renzi”.
“Prima ha iniziato a dire che avrebbe fatto le prime riforme in cento giorni. E chiunque si occupa di amministrazione sa che in cento giorni si può fare poco o niente. Poi ha cambiato la previsione, prendendosi almeno mille giorni di tempo. Nel frattempo, le prime tre riforme sono ancora ferme”.
Tuttavia, secondo Tosi, nessuno critica Renzi. Anche grazie, sempre secondo il leghista, ad una sorta di inciucio tra Pd e Forza Italia. “Il governo Renzi è il primo nella storia ad avere tutti i mass media e i gruppi di potere dalla sua parte. Berlusconi controlla metà del sistema televisivo italiano, perché non svela tutte le false promesse di Renzi? Prima o poi dovrà spiegare i motivi di questo strano assist tra loro. Intanto, in Italia non esiste di fatto un’opposizione”.
Infine, Tosi parla di Europa. Innanzitutto conferma le sue dimissioni da eurodeputato, perché intende proseguire la sua attività di sindaco: “Ho preso un impegno con i miei cittadini e intendo portarlo avanti”. Poi una critica ai costi della Ue. “Parliamo della casta di Roma, ma a Bruxelles c’è una casta al quadrato. Pensiamo al Parlamento di Strasburgo, una seconda sede, che è aperta tre giorni al mese, completamente inutile, ma dai costi esorbitanti”.
Insomma, Tosi si è proposto con una visione organica di come modificare le politiche italiane ed europee. Tra cui anche un’idea radicale, come la mobilità dei dipendenti pubblici: “Al Sud sono troppi. Spostiamoli a seconda delle necessità, anche qui al Nord”. E ai mugugni che arrivavano dalla folla: “Tanto siamo noi che li paghiamo”.
A parte qualche caso di dissenso, comunque isolato, Tosi ha raccolto applausi e sostegno. La sua figura può quindi aspirare a rappresentare una futura coalizione di centrodestra postberlusconiana.