La Goletta dei Laghi sul Maggiore lombardo: quattro punti su cinque risultano “fortemente inquinati”

Presentati i risultati del monitoraggio della terza tappa della campagna di Legambiente. La situazione è ormai cronica e si innesta nel terremoto giudiziario che ha investito la società Alfa

11 Luglio 2019
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È questo, in estrema sintesi, il bilancio del monitoraggio microbiologico realizzato dai tecnici della Goletta dei Laghi nei giorni scorsi, in occasione dell’arrivo sul Lago Maggiore lombardo della campagna di Legambiente, realizzata in collaborazione con il CONOU (Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati) e Novamont.

Da 14 anni la Goletta dei Laghi rileva le principali fonti di criticità per gli ecosistemi lacustri: gli scarichi non depurati e inquinanti, la cementificazione delle coste, la captazione delle acque, l’incuria e l’emergenza rifiuti, in particolare l’invasione della plastica, che non riguarda soltanto mari e oceani, ma anche fiumi e laghi.

I risultati del monitoraggio sono stati presentati stamane a Varese nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, Simone Nuglio, responsabile della Goletta dei Laghi, Valentina Minazzi, presidente di Legambiente Varese, Dino De Simone, assessore all’Ambiente del Comune di Varese e Philip Costeloe, coordinatore di EMAS Jrc Ispra.
Il lavoro dei tecnici si è concentrato principalmente su due fronti di indagine: quello delle microplastiche in acqua e quello dell’inquinamento microbiologico.

I DETTAGLI DELLE ANALISI MICROBIOLOGICHE SUL MAGGIORE

Quello di Legambiente è un campionamento puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni.

La qualità delle acque del Lago Maggiore è un elemento imprescindibile per lo sviluppo del territorio, soprattutto per quanto riguarda la vocazione turistica. Nelle analisi della Goletta dei Laghi vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che si trovano lungo le rive dei laghi, punti spesso segnalati dai cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, dovuta all’insufficiente depurazione che, attraverso scarichi e corsi d’acqua, arriva nel lago.

In questi giorni sono stati cinque i punti campionati sul Maggiore, tutti in provincia di VareseSono risultati “fortemente inquinati”, secondo i parametri di Goletta dei Laghi, i punti a Luino Centro, a Laveno Mombello, presso la foce del torrente Boesio, a Ispra, in corrispondenza della foce del torrente Acqua Negra e sulla foce del Bardello, nel territorio comunale di Brebbia.

Entro i limiti, invece, il punto nel comune di Germignaga, sul canale presso la spiaggia del Lido Comunale.
“Purtroppo i risultati delle analisi ci confermano ancora una volta la forte criticità delle acque dei torrenti e i ritardi decennali legati alla depurazione – ha affermato nel corso dell’incontro con la stampa Valentina Minazzi, presidente di Legambiente Varese – abbiamo bisogno di superare le lentezze burocratiche e far partire immediatamente investimenti mirati per completare le reti fognarie, i collettamenti e gli adeguamenti degli impianti di depurazione. Questo ci interessa anche  per quanto riguarda il Lago di Varese. Purtroppo lo scenario che negli ultimi mesi ha caratterizzato l’attività della società di gestione ci induce a chiedere chiarimenti su come sono stati spesi finora i fondi pubblici visto che i risultati ancora tardano a venire”.

“Vogliamo sperare che dopo il terremoto che ha colpito società Alfa si cominci davvero a lavorare per risanare le acque del varesotto – ha ribadito la presidente di Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto – non è più possibile tollerare che i torrenti monitorati da almeno un decennio non abbiano avuto alcun significativo miglioramento. Così come ci lascia basiti che a Luino, una delle più belle cittadine del lago Maggiore, ci siano ancora scarichi a lago non controllati e più volte segnalati dai cittadini. La qualità delle acque è una priorità non più derogabile”.

IL MONITORAGGIO RELATIVO ALLE MICROPLASTICHE E AI RIFIUTI IN SPIAGGIA 

Per il quarto anno consecutivo, grazie alla collaborazione con ENEA, è stata monitorata anche la presenza di microplastiche nelle acque dei laghi, focalizzando l’attenzione sull’apporto degli impianti di trattamento delle acque reflue rispetto alla quantità di microplastiche presenti. Nel 2018 il Lago Maggiore ha riportato una densità media di oltre 100 mila particelle di microplastiche per chilometro quadrato.

“Il nostro monitoraggio sulle microplastiche ci ha permesso di tracciare un quadro preliminare sui bacini italiani – ha affermato il responsabile della Goletta dei Laghi, Simone Nuglio – sappiamo, ad esempio, che tutti i laghi finora monitorati sono interessati dalla presenza di micro particelle, e la maggior concentrazione di microplastiche è stata rilevata laddove insiste una possibile fonte, come ad esempio gli scarichi”.

Diverse le novità della Goletta dei Laghi quest’anno, tra cui l’analisi della presenza di microplastiche fino a 50 metri di profondità, e la ricerca di comunità microbiche sulle microplastiche rinvenute – la cosiddetta plastisfera, potenziale veicolo di elementi patogeni dannosi per l’ecosistema e per l’uomo – grazie alla collaborazione con l’Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio nazionale delle ricerche (Irsa-Cnr).

Per quanto riguarda il beach litter (rifiuti in spiaggia), in questi giorni il locale circolo di Legambiente ha monitorato il lido della Schiranna a Varese. In una superficie di circa 2 mila quadri è stata riscontrata un’altissima presenza di micro-frammenti di rifiuti, in particolare plastica. Tra questi spiccano ben 1140 mozziconi di sigaretta, un indicatore importante se si pensa al fatto che la spiaggia venga pulita con regolarità.

Per l’edizione 2019 partner della Goletta dei Laghi sono il CONOU (Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati) e l’azienda chimica Novamont.

Da oltre 35 anni il CONOU è il punto di riferimento italiano per la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. L’olio usato – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che, se smaltito indiscriminatamente, può determinare gravi effetti inquinanti. Negli anni di attività il CONOU ha raccolto 6 milioni di tonnellate di olio usato, avviandone a rigenerazione 5,3 milioni e consentendo la produzione di 3 milioni di tonnellate di olio rigenerato e un risparmio sulle importazioni di petrolio di circa 3 miliardi di euro, ponendo così l’Italia in vetta al settore a livello europeo.

Novamont è un’azienda che porta avanti l’ambizioso progetto di integrare chimica, ambiente e agricoltura. Prodotto di punta di Novamont è il Mater-Bi, la versatile e innovativa bioplastica con cui si realizzano soluzioni biodegradabili e compostabili che si incontrano nella vita di tutti i giorni.

Dopo la tappa che ha attraversato i laghi Maggiore, d’Orta e Ceresio, la Goletta dei Laghi si dirigerà verso il Lago di Garda, quarta tappa del tour 2019.

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