Dal lunedì alla domenica, fino al 18 Giugno 2017, il Palazzo Reale di Milano ospita la mostra dedicata ad un grande artista nato nell’America della fine degli anni 50: Keith Haring (4 maggio 1958 – 16 febbraio 1990) è considerato l’assoluto protagonista del Graffitismo degli anni Ottanta.
Organizzata in collaborazione con la prestigiosa Keith Haring Foundation, la mostra “Keith Haring. Abou t art” a Palazzo Reale a Milano, illustra l’intera carriera dell’artista mettendo a confronto una vastissima selezione di sue opere provenienti da tutto il mondo con testimonianze di altri artisti e di altri linguaggi figurativi a cui si ispirò per la creazione del suo originalissimo e inconfondibile immaginario artistico.
Orari mostra:
Lunedì: 14.30–19.30
Martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30
Giovedì e sabato: 9.30-22.30
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Originario della Pennsylavnia, sin dalla sua infanzia Keith Haring mostrò una predisposizione naturale verso il disegno che fu incoraggiata dal padre e stimolata dai personaggi dei fumetti, come quelli di Walt Disney. Se la conoscenza dell’arte di Andy Warhol, di Jean Dubuffet, Jackson Pollock e Paul Klee lo convinse sempre di più della propria vocazione artistica, fu l’incontro con l’artista Pierre Alechinsky a spingerlo verso il passo decisivo. Trasferitosi nel frattempo a New York, si divise tra gli studi artistici, stimolati dall’amicizia con Jean-Michel Basquiat, e tra gli svaghi concessi dalla grande città. Contrario alle forme artistiche tradizionali, individuò il suo campo di azione nel tessuto urbano iniziando a tracciare il suo segno sugli spazi vuoti nei pannelli della pubblicità nella metropolitana newyorkese. Da allora, grazie a mostre di successo e alla sempre maggiore attenzione riscossa dall’arte di strada del Graffitismo, la sua fama ha raggiunto l’Europadove le sua fantasiose e coloratissime figure hanno popolato tante città, tra cui Pisa; qui, sulla parete esterna del convento di Sant’Antonio, Keith Haringrealizzò il murale Tuttomondo nel 1989, poco mesi prima della morte a soli 31 anni per complicanze legate all’AIDS.