Jobs Act, crescono le assunzioni a tempo indeterminato

L’Inps ha rilevato un aumento del 24,1% delle assunzioni nel primo trimestre 2015. Ma secondo la Cisl a legge va migliorata

13 Maggio 2015
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Lavoro

Crescono i contratti a tempo indeterminato. Ma il precariato continua ad essere vantaggioso per molte aziende. 

Secondo Gerardo Larghi, segretario generale della Cisl dei Laghi, “Il Jobs Act, la nuova legge sul lavoro, non è perfetta, anzi. Molti moltissimi sono i punti che vorremmo cambiare. Ma tra questi non vi è certo la norma, fortemente voluta dalla Cisl, che rende meno vantaggiose le varie tipologie di contratti flessibili rispetto al contratto a tempo indeterminato. I dati che registriamo sono una prima vittoria di chi, come la Cisl, ha sempre
sostenuto che il precariato si combatte con gli interventi sul fisco e sul costo del lavoro e non con le grida in piazza. Ora dobbiamo lavorare perché
l’apprendistato torni ad avere il suo ruolo, cioè quello di contratto di formazione per i giovani ed i giovanissimi. Quanto ai riflessi di questi dati sull’andamento del sistema economico, è chiaro che per una vera ripresa occorre che si intervenga anche su temi come il costo dell’energia, la
burocrazia, i tempi della giustizia civile”.

Crescono le assunzioni a tempo indeterminato

A rilevarlo è l’Inps, che pubblicando i dati raccolti dall’Osservatorio per il Precariato nei primi tre mesi del 2015 certifica la crescita del 24,1% di questo tipo di contratti rispetto allo stesso periodo del 2014.

470.785 sono stati gli indeterminati firmati in questo trimestre, 91.277 in più dell’anno scorso (e 65.647 in più del 2013). Di questi contratti 149.041
(+5%) sono le “trasformazioni” da contratto di apprendistato.

Questo dato porta quindi la quota di nuovi rapporti di lavoro stabili a salire dal 36,61% del 2014 al 41,84% di questo primo trimestre.
Particolarmente indicativo, poi, il dato di marzo: il 48,2% delle assunzioni è stato siglato a tempo indeterminato, nel mese di “esordio” del contratto a tutele crescenti.

Non solo crescono i contratti a tempo indeterminato, ma calano anche le assunzioni in apprendistato (9.188 – il 15,4% – in meno) e quelle a termine (32.117 – 3,8% – in meno).

Note positive arrivano anche dal capitolo cessazioni dei rapporto di lavoro.
I contratti a tempo indeterminato cessati sono stati 31.411 in meno rispetto al primo trimestre del 2014 (41.841 in meno del 2013); quelli a termine
103.188 in meno rispetto a dodici mesi fa (142.126 se il rapporto viene fatto rispetto al dato registrato due anni fa); i contratti di apprendistato sono invece stati 1.085 in meno (2.493 in meno del 2013). In tutto quindi si sono registrati 135.684 contratti cessati in meno rispetto ad un anno fa, un significativo calo dell’11,8%.

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