
La cronaca ci ha recentemente offerto utili notizie relative al nostro Ospedale circa quello che si può ben chiamare l’ordine pubblico. Ma si tratta per l’appunto di notizie di cronaca, cioè incentrate su questo o quell’altro fatto. Manca forse una visione d’insieme del problema, ed è ciò che mi accingo a tentare nelle righe che seguono, anche sulla base di informazioni raccolte personalmente.
I soggetti che producono difficoltà (ma è un eufemismo) appartengono a due fondamentali categorie: quella stanziale e quella occasionale.
La categoria stanziale è costituita da persone che bivaccano abitualmente negli spazi esterni o interni alle strutture. Nella bella stagione, quando il clima è mite, prevalentemente all’esterno; quando il tempo è inclemente, in alcuni spazi interni. Quella occasionale da soggetti che si presentano in Ospedale (segnatamente in PS) per curare disturbi di varia natura e gravità. Sia i primi che secondi sono spesso protagonisti di episodi di violenza. L’ultimo noto è stato ai danni di un infermiere del pronto soccorso, colpito con una violenta testata da uno dei bivaccanti abituali. Talora sono episodi di prepotenza ed arroganza, come quando un giovane islamico, sempre al Pronto Soccorso, pretendeva che l’infermiera di turno assegnasse alla madre il codice rosso invece del verde che evidentemente le toccava, e per di più le ingiungeva di abbassare lo sguardo mentre gli parlava. Doveva abbassarli, è chiaro, in quanto donna.
Andiamo avanti. Risulta che gli habitué siano usi manomettere le macchinette che erogano generi di conforto. In sostanza introducono qualche oggetto che blocca il transito delle monete attraverso la fessura, impedendo così che il genere richiesto venga erogato. Dopo qualche tempo passano a riscuotere come al bancomat: rimuovono l’oggetto che hanno introdotto e raccolgono le monete. Risulta anche che, soprattutto nei mesi invernali, facciano razzia di beni dell’Ospedale (coperte, traverse, quant’altro) e ne facciano uso per le necessità quotidiane. Inoltre nei mesi freddi, bivaccando negli spazi interni, contendono tali spazi ai pazienti che più propriamente li vorrebbero utilizzare.
Le problematiche possono dunque distinguersi nelle seguenti tipologie: 1) atti di violenza vera e propria ai danni del Personale; 2) atti di prepotenza, arroganza, ineducazione, in parte dovuti a frizione fra le diverse culture; 3) furti, danneggiamenti, manomissioni. È inoltre evidente che il Pronto Soccorso è la trincea avanzata dell’Ospedale, e che il personale che vi lavora (medici e infermieri) operano in una situazione di alto rischio personale, che a volte sfiora l’eroismo.
Ora, è evidente che tale situazione deve essere affrontata. Dico affrontata e non risolta, perché l’impressione è che essa non venga neppure affrontata, se non in situazione di urgenza. Relativamente a ciò, è giusto riconoscere che quando è stato richiesto dal personale ospedaliero il pronto intervento della Polizia Locale o dei Carabinieri, questo è stato prontamente assicurato. Ma evidentemente non basta: la situazione col tempo non tende a risolversi da sé, ma tende ad aggravarsi. Né si può fingere di credere che la zona dell’ospedale sia una sorta di enclave in cui sono vigenti altre leggi rispetto a quelle che regolano l’intera comunità cittadina, leggi fra le quali l’immunità e il diritto d’asilo.
Urge dunque un incontro fra tutte le autorità che hanno titolo ad intervenire: Amministrazione comunale, tutori dell’ordine, responsabili dell’ Ospedale. Ma un incontro che abbia carattere operativo, un incontro che non sia soltanto un “tavolo”.
Alfonso Indelicato
Consigliere comunale indipendente eletto a Saronno