Era agli arresti domiciliari nella sua abitazione in Somma Lombardo dopo la convalida dell’arresto in flagranza eseguito a Gallarate dalla Squadra Volante del Commissariato, ma ieri sera, su ordine del GIP del Tribunale, è stato condotto in carcere a Busto Arsizio dove attenderà gli sviluppi del processo a suo carico.
Il quarantenne A.G.A., italiano originario del Benin, era stato arrestato il 30 novembre scorso dagli agenti che lo avevano fermato per un controllo mentre guidava un’auto di grossa cilindrata; il nervosismo e la sorpresa lo avevano tradito e la droga sequestratagli, tra quella che aveva con sé e quella conservata a casa, alla fine ammontava a circa 150 grammi tra hashish e cocaina.
Dopo l’arresto, le indagini degli agenti, coordinati dalla Procura della Repubblica, sono proseguite ricostruendo, anche grazie alla paziente analisi del traffico telefonico e di altri riscontri, la rete dei consumatori abitualmente riforniti.
Dal quadro investigativo completo A.G.A. non è apparso come uno spacciatore occasionale ma piuttosto come il gestore di un efficiente sistema di spaccio, capace di assicurare ai clienti fidelizzati del gallaratese una regolare fornitura di vari tipi di sostanze, a seconda delle loro richieste, almeno dal luglio del 2015.
A seguito della rivalutazione della gravità dei fatti, tale da escludere qualunque attenuante, il Pubblico Ministero ha chiesto ed ottenuto dal GIP che gli arresti domiciliari, ritenuti non sufficienti ed idonei ad impedire la reiterazione dello spaccio, fossero tramutati in carcerazione vera e propria e pertanto ieri sera per A.G.A. si sono nuovamente riaperte le porte della più vicina casa di reclusione.