Il Castello di Belforte finisce in Parlamento. Un appello al ministro Franceschini per salvarlo

Il deputato del Movimento 5 Stelle Cosimo Petraroli ha presentato un’interrogazione al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, in cui chiede di recuperare l’antico maniero

14 Aprile 2015
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Il Castello di Belforte rischia di “scomparire”. E, dal momento che le diverse amministrazioni comunali, negli ultimi vent’anni, non sono state in grado di produrre progetti concreti, il Movimento 5 Stelle lancia un appello al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.

A presentare un’interrogazione al ministro è il deputato Cosimo Petraroli, che si è fatto portavoce dell’istanza proveniente anche dal candidato sindaco del movimento Alberto Steidl e dagli attivisti grillini di Varese.

“Il Castello di Belforte è un monumento che sorge nell’omonimo rione di Varese, su una collinetta che domina l’area sovrastante l’omonimo quartiere – si legge nel comunicato – il complesso richiede opere di mantenimento urgente a causa dei numerosi crolli verificatisi negli ultimi venti anni, in attesa di un destino ragionevole e di un significativo reimpiego pubblico. Infatti il Castello si presta come futura sede dell’Archivio di Stato o Museo.

Per tali motivi continua a rappresentare uno dei monumenti più interessanti per la storia della città di Varese, un patrimonio storico che il Movimento 5 Stelle Varese non vuole per nessun motivo trascurare”.

E quindi in concreto nell’appello: “Abbiamo chiesto al ministro interrogato se non ritenga di dover intervenire, per quanto di sua competenza, affinché si proceda quanto prima al recupero e alla valorizzazione del Castello. In seconda istanza, si chiede con carattere di urgenza che il Ministro solleciti l’Amministrazione comunale di Varese ad adoperarsi al recupero dell’immobile storico, anche attraverso una variante ad hoc degli strumenti urbanistici ed edilizi locali o misure di incentivazione urbanistica,  affinché l’immobile non raggiunga (per conclamata negligenza dell’attuale amministrazione comunale) lo stato di irrecuperabilità economica, funzionale ed architettonica”.

La struttura è in uno stato di forte precarietà. E negli ultimi anni si sono verificati numerosi crolli che, con un’opera di manutenzione, si sarebbero probabilmente anche potuti evitare. Nell’aprile dell’anno scorso la parte privata, sul lato più esterno, confinante con l’ala seicentesca, era crollata. Pochi mesi prima, ed esattamente nel dicembre 2013, era crollata la facciata laterale di via Scoglio di Quarto. Mentre qualche anno prima si era “sbriciolata” la parte duecentesca.

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