Greta Ramelli: “Chiedo scusa alla mia famiglia e a tutti gli italiani”. Cinque mesi di prigionia senza nessuna violenza

La giovane volontaria di Gavirate ha riabbracciato la madre e queste sono state le sue prime parole. Interrogata, insieme alla compagna Vanessa Marzullo, dai magistrati che indagano sul rapimento, ha detto di non aver subito abusi

16 Gennaio 2015
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Gretaramelli

“Chiedo scusa a mia madre, alla mia famiglia e a tutti gli italiani se vi ho costretto a vivere un inferno. Grazie a tutti quelli che hanno lavorato per riportare a casa Vanessa e me. Grazie di cuore alla Farnesina”.
Queste le prime parole di Greta Ramelli, la volontaria di Gavirate sequestrata per cinque mesi insieme alla compagna Vanessa Marzullo.
Cinque mesi difficili, ma senza subire abusi e violenze. Questo quanto le due ragazze avrebbero dichiarato ai pm romani che le hanno sentite per oltre quattro ore nella sede dei carabinieri del Ros. Le due volontarie hanno detto di essere state sempre in Siria. Saranno risentite prossimamente. Greta e Vanessa sono state tenute in varie prigioni nella zona a nord della Siria. Le due ragazze liberate ieri pomeriggio hanno anche sottolineato che i loro carcerieri erano sempre a volto coperto. I verbali delle due audizioni sono stati secretati.

Non sappiamo nulla di un eventuale riscatto pagato per la nostra liberazione, avrebbero risposto al procuratore aggiunto. Le due ragazze avrebbero detto ai pm di non essere mai state minacciate di morte. In sostanza, da quanto si è appreso hanno subito un trattamento duro, ma con livelli di criticità tollerabili e, comunque, non ai livelli di quelli subiti da altri italiani sequestrati in zone di guerra come la Libia.

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