Il voto sulla “Grande Varese” ha diviso molti partiti. In particolare la Lega e Forza Italia, dove, sebbene la maggioranza di entrambe le forze politiche abbia votato a favore, diversi esponenti hanno invece bocciato la proposta.
E qualche distinguo anche dentro il Pd, dove Andrea Civati e Luisa Oprandi si sono astenuti. Non una bocciatura definitiva, la loro, come hanno poi puntualizzato, ma la richiesta di aprire prima il dibattito con gli altri enti locali. Di fatto, la divisione nel Pd è dovuta anche alle correnti interne: i due astenuti sono gli unici renziani tra i democratici in consiglio comunale.
E il segretario provinciale del Pd, il renziano Samuele Astuti, sindaco di Malnate, aveva nei giorni scorsi criticato la mozione di Movimento Libero, sottolineando che non c’era stato coinvolgimento dei comuni esterni. Al contrario il segretario cittadino del Pd Luca Paris, insieme al capogruppo Fabrizio Mirabelli, cuperliani, avevano appoggiato fin da subito la mozione, pur con una modifica, che è stata introdotta dall’emendamento, parlando di “città-territorio”.
Insomma, nel Pd, che oggi è anche la principale forza politica della provincia di Varese, si è creato un bel problema interno.
Ecco il dibattito in consiglio comunale:
Favorevoli
Francesco Cammarata (Movimento 5 Stelle): “Il provvedimento vadnella direzione di dare al Comune di Varese il ruolo di ente capofila, per cercare di fare rete con gli altri comuni, senza creare sovrastrutture o carrozzoni inutili. Questo è positivo”
Mauro Pramaggiore (Ncd): “Si tratta di un tema che richiede un dibattito più ampio.
Se chiediamo a dieci comuni di fondersi in un unico comune, serve una proposta concreta e misurabile dei vantaggi. Gli atti amministrativi, di cui si parla nella mozione, sono una conseguenza. Serve prima una generale consultazione del territorio. Il punto fondamentale è che i comuni uniti non devono diventare periferia, altrimenti si depaupera il territorio”.
Piero Galparoli (Forza Italia) è tra i primi sostenitori del progetto. “I vantaggi sono numerosi e subito visibili, sia per Varese che per i comuni che volessero aderire. Per Varese, innanzitutto, se si riuscisse a superare i centomila abitanti, si potrebbero reintrodurre le circoscrizioni, un enorme vantaggio in fatto di efficienza amministrativa e gestione del territorio. I comuni più piccoli, che oggi sono alle prese con i problemi economici che hanno per mantenere i servizi, potranno così far fronte alle esigenze dei cittadini in maniera più efficiente. Penso ai piccoli comuni, come Brinzio e Lozza per fare solo alcuni esempi, che già gravitano per i servizi e altro su Varese”.
Galparoli si lancia poi anche in considerazioni più goliardiche, come “da varesino non posso accettare che Busto abbia più abitanti di Varese”.
Luca Conte (Pd): “Sono favorevole alla mozione, non sarà facile portare a compimento quanto previsto, ma significa dare un segnale importante. È coerente con quanto ci siamo detti in quest’aula anche in sede di voto sul Pgt”.
Luciano Ronca (Varese&Luisa): “Un accorpamento può portare a maggiori funzioni ed efficienza, come ha fatto la Chiesa per le comunità pastorali. In questo senso, siamo favorevoli”.
Ennio Imperatore (Udc): “È un discorso che presto o tardi dovremo fare, perché tutto, sia nel pubblico che nel privato, va verso gli accorpamenti ed efficientamenti. E se non lo facciamo subito, rischiamo di trovarci tra qualche anno in una posizione di debolezza rispetto ad altri enti locali”.
Contrari
Rocco Cordì (Sel): “La discussione è finita dalla Grande Varese alla Varese più grande.
Tutte le funzioni che vengono citate sono già sovracomunali, occorre quindi pensare a quale sia la funzione che si vuole dare a questo progetto. Bisogna poi fare i conti con il fatto che, con la riforma degli enti locali, sono nati organismi e strumenti che cercano di allontanare la capacità decisionale dei cittadini”.
Roberto Sasso (Lega Nord): “Potrei essere favorevole, se fosse possibile realizzare qualcosa di simile a Lugano, come ha detto il nostro segretario provinciale Matteo Bianchi. Purtroppo siamo in Italia e dobbiamo fare i conti con i disservizi che sono all’ordine del giorno. Quindi il mio giudizio è questo: idea nobile, ma lasciamo perdere”.
Fabio D’Aula (Forza Italia): “Dalla discussione mi sembra chiaro che ci siano più criticità che opportunità. Non dev’essere una fusione dove il capoluogo impone le sue condizioni. È meglio prima aspettare ed aprire una discussione con gli altri comuni interessati”.
Astenuti
Andrea Civati (Pd): “Ci sono due concetti che confliggono tra loro in questa proposta. Nella prima parte della mozione si parla di fusione tra i comuni. Nella seconda parte, con l’emendamento, si pone l’accento sul fare rete. Sono ipotesi contrapposti. Inoltre, prima di puntare a questa mozione, occorreva muoversi a livello sovracomunale, coinvolgendo gli altri comuni. E quando il Comune di Varese poteva fare operazioni di questo tipo, anche su altri argomenti, non l’ha mai fatto. L’ultima cosa che i piccoli comuni vogliono è essere inglobati in un ente che si disinteressa di loro”.
Luisa Oprandi (Pd): “Il motivo dell’astensione deriva dal fatto che il confronto con gli altri comuni debba essere premessa alla fusione (valorizzando il nostro emendamento) e non la conseguenza di una scelta politica che non preveda anticipatamente il confronto con le altre amministrazioni. È una scelta di rispetto degli altri comuni e di metodo costruttivo che aiuta a comprendere una scelta che deve creare tutte le condizioni di consenso e unità, evitando le divisioni e i fraintendimenti. Ogni scelta spiegata e compresa è sempre positiva e destinata a durare”.