Focus diabete: allo studio nuovi interventi legislativi per prevenire una patologia in crescita

A Palazzo Pirelli convegno promosso dalla Commissione Sanità con esperti scientifici e rappresentanti delle istituzioni

30 Gennaio 2017
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Il diabete è una malattia sociale che investe sempre di più famiglia, strutture sanitarie, assistenza, mondo del lavoro. Una patologia che aumenta nei paesi occidentali, costituendo una delle principali cause di mortalità in Italia e diventando sempre più frequente in età evolutiva.
Per approfondire il tema, questa mattina a Palazzo Pirelli, la Commissione Sanità ha promosso  un incontro a cui hanno preso parte esperti scientifici, rappresentanti delle associazioni e responsabili delle unità di ricerca delle cliniche lombarde. L’iniziativa è stata organizzata mentre in Commissione Sanità è in corso il dibattito sul progetto di legge di riforma della sanità lombarda 228ter, che affronta tra i suoi temi specifici anche il diabete. Il convegno “Focus diabete nell’età evolutiva lombarda” è stato introdotto dai Presidenti del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo e dal Presidente della Commissione Sanità Fabio Rolfi.
Il diabete è una patologia che in questi ultimi anni in Lombardia è in forte crescita nella fase evolutiva sin dalla prima infanzia per cui, a trent’anni dalla prima legge sul diabete, è oggi necessario definire un nuovo percorso di cura e di prevenzione specifico e innovativo –ha sottolineato il Presidente Raffaele Cattaneo, aprendo i lavori-. In Lombardia oggi sono circa 580mila per persone affette da diabete, il 25% delle quali non è nemmeno consapevole: siamo di fronte pertanto a una cronicità elevata, con cure che in molti casi richiedono costi elevati fino a 36 mila euro all’anno per singoli casi. I minorenni che consumano insulina sono 2.200, mentre in Italia il diabete mellito ha un’incidenza annua media di 8.1 bambini su 100mila. E’ chiaro pertanto che se da un lato la “presa in carico” del paziente diventa fondamentale in un sistema di rete territoriale diffusa, l’approccio al problema, complice anche la crescita di stili di vita spesso troppo sedentari  –ha concluso Cattaneo- deve essere oggi culturale prima ancora che sanitario, e si deve porrre l’obiettivo di promuovere innanzitutto l’adozione di stili di vita corretti e di modelli educativi e nutrizionali sani”.

La legge 33 che ha riformato la sanità lombarda ha già sancito l’importanza della rete territoriale nell’affrontare e gestire una malattia cronica dal forte impatto sociale ed economico come il diabete –ha evidenziato Fabio Rolfi– e la Lombardia è stata la prima regione in Italia ad emanare una legge specifica sul diabete, prevedendo già nel 1987 i servizi di diabetologia pediatrica. Oggi però, nel dare attuazione alla nuova legge di riforma della sanità regionale, dobbiamo approfondire diversi aspetti: definire meglio l’organizzazione della rete diabetologica con riferimento all’età evolutiva; incentivare sempre più l’introduzione dell’innovazione tecnologica in campo pediatrico; promuovere il grande tema dell’inclusione sociale del bambino diabetico a partire dalla scuola, formando il personale scolastico; sostenere la ricerca specifica del diabete di tipo 1 che ha ricadute dirette nel manifestarsi del diabete in età pediatrica; dare maggiore attenzione al tema della formazione e della consapevolezza della propria malattia immaginando anche l’introduzione dei campi scuola per ragazzi diabetici; aggiornare il sistema tariffario delle cure. Sono tutti aspetti –ha concluso Rolfi- su cui nelle prossime settimane si dovrà concentrare la nostra attività legislativa”.
Il Presidente Fabio Rolfi ha ricordato come in Lombardia esistano attualmente 153 diabetologie, così suddivise: 5 strutture complesse con varie articolazioni; 9 strutture a valenza dipartimentale; 30 strutture o unità semplici; 12 distretti con ambulatori specialistici; 48 ambulatori specialistici ospedalieri divisionali; 49 strutture private accreditate.

Nel corso dei alvori della mattinata, a confrontarsi sono stati Patrizia Oldrati (Presidente dell’Associazione “Sostegno 70 Diabete Giovanile”), Gian Vincenzo Zuccotti (Ospedale Buzzi di Milano), Paolo Fiorina (ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano), Riccardo Bonfanti (Istituto Scientifico San Raffaele di Milano), Fabio Buzi (Azienda Ospedaliera Poma di Mantova), Elena Prandi (Spedali Civili di Brescia) e Maurizio Bersani (Direzione generale Welfare Regione Lombardia).

Alla luce dell’aumento dei casi di diabete tra adolescenti e in età pediatrica, l’incontro ha cercato di aprire una riflessione sulle azioni e le risorse messe in campo a livello territoriale per un’adeguata prevenzione primaria e per favorire una diagnosi precoce attraverso screening genetici e immunologici dei bambini ad alto rischio. Le cause della comparsa tra i più giovani di questo tipo di diabete, sono infatti da ricercarsi principalmente in fattori genetici ereditari, immunitari e di tipo ambientale come la contrazione di batteri e di virus.

Il convegno è stato concluso dagli interventi del Presidente della Commissione Speciale Carceri Fabio Fanetti (Lista Maroni), del Presidente della Commissione speciale Antimafia Gian Antonio Girelli (PD) e del Consigliere Dario Violi (M5Stelle).
Il diabete è la patologia del secondo millennio –ha detto Fabio Fanetti– e bisogna gestire al meglio la formazione e l’informazione da un lato per favorire l’inclusione sociale dei pazienti e dall’altro per prevenire l’insorgere di ulteriori possibili scompensi sanitari mediante percorsi di cura mirati”.
“L’incontro di oggi ha evidenziato la necessità di forti investimenti su prevenzione, diagnosi precoce e accompagnamento –ha sottolineato Gian Antonio Girelli-. E’ sempre più evidente come il diabete è una patologia con cui bisogna saper convivere, senza per questo vedere minata la qualità della propria vita”.
“Nello sviluppare le azioni legislative contro il diabete, dobbiamo oggi distinguere tra interventi di immediata necessità e soluzione e quelli da inserire in un percorso e in una evoluzione di prospettiva
 –ha concluso Dario Violi-. Sicuramente, tra i primi e più urgenti, troviamo quello di mettere a disposizione strumenti tecnologici più adeguati per la cura dei bambini e la necessità di rendere subito pienamente operativa la rete territoriale”.

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