Benigni, successo per i “Dieci Comandamenti”. Ma non mancano polemiche sul presunto cachet milionario

La trasmissione in onda su Rai Uno ha registrato nove milioni di spettatori nella prima serata. Ma il Movimento 5 Stelle chiede spiegazioni sugli accordi per il compenso tra il manager di Benigni e la Rai. L’attore e il manager tuttavia dicono che le cifre trapelate sono lontane dalla realtà

16 Dicembre 2014
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Benigni

 


Un successo eclatante. Come, del resto, era prevedibile. Il regista e attore Roberto Benigni con lo spettacolo “Dieci Comandamenti”, andato in onda nella sua prima puntata ieri sera su Rai Uno, e sullo stesso canale è prevista stasera la seconda e ultima puntata, ha registrato nove milioni di spettatori.

Che il comico sia bravo e garantisca alti ascolti, è fuori di dubbio. Non mancano tuttavia le polemiche, dal momento che stiamo parlando della tv pubblica, sul suo cachet. A sollevarle è il presidente della commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico (Movimento 5 Stelle), che ha chiesto ai vertici Rai spiegazioni sulla cifra “da capogiro” pagata al comico. Il cachet sarebbe infatti di oltre due milioni di euro per questa trasmissione, più altri costi per un futuro programma. 

«Ho chiesto chiarimenti alla Rai sulle due puntate che Roberto Benigni dedicherà ai Dieci Comandamenti in programma il 15 e 16 dicembre su Rai Uno – scrive Fico su Facebook – in questi giorni circolano sulla stampa una serie di indiscrezioni sul cachet in trattativa tra Rai e Lucio Presta, il manager dell’attore. Si parla di circa 4 milioni di euro, di cui 2,4 destinati allo show ‘I Dieci Comandamenti’, e 1,6 indirizzati a una futura trasmissione in seconda serata sulla Divina Commedia, non ancora però inserita nei palinsesti. Viale Mazzini e l’agente di Benigni hanno affermato che le cifre trapelate sono lontane dalla realtà. Perché allora non fare uno sforzo in direzione della trasparenza e fare chiarezza sui dettagli economici dell’accordo? Stando a quanto riportato dagli organi di stampa i compensi possono apparire irragionevoli in considerazione dell’attuale situazione economica del Paese e della stessa Rai alle prese, come sapete, con operazioni di contenimento della spesa necessarie per fronteggiare il taglio di 150 milioni di euro disposto dal Governo. In questo contesto non credo si possano invocare ragioni di concorrenza e la necessità di riserbo».

 

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