Il marchio di abbigliamento giovanile Abercrombie & Fitch è sempre stato sotto ai riflettori dello scandalo per le modalità di gestione del personale, per la tipologia di capi offerti e le loro taglie piccolissime e per fornire ai giovani un modello ideale di bellezza per certi aspetti molto estremo.
Negli ultimi giorni si è sentito spesso parlare del caso relativo al licenziamento quando diventi “troppo vecchio”, che l’Azienda traduce in un’età limite di 25 anni. Questa legge è stata applicata e un giovane, a soli 4 giorni dal compimento dei 25 anni, è stato licenziato. Si è aperto il caso.
Le sue mansioni erano principalmente quelle di magazziniere notturno, con a volte la richiesta di salire in cassa per aiutare il resto del personale. Il contratto di lavoro intermittente del ragazzo era stato stipulato nel 2010 e da poco era stato trasformato in un contratto a tempo indeterminato.
Dopo il licenziamento, la cui notizia è stata subito molto chiacchierata, il ragazzo ha fatto ricorso ricevendo la ragione da parte della Corte d’Appello di Milano, ma il colosso statunitense ha voluto risponde rivolgendosi alla Cassazione che a sua volta ha trasferito la pratica davanti alla Corte di Giustizia Europea.
Il limite dell’età era previsto anche dal contratto e quindi la corte europea ha dato ragione all’azienda, spiegando così questa decisione: è stato chiesto chiesto al governo italiano di motivare il tetto e la risposta è che la finalità è quella di favorire il collocamento dei giovani nel mercato del lavoro, in pratica effettuare un “ricambio”. Dunque è possibile licenziare chi ha superato quel tetto d’età, perché il contratto di lavoro intermittente è proprio pensato per chi ha meno di 25 anni o più di 45 anni.