
“Chiedo scusa a mia madre, alla mia famiglia e a tutti gli italiani se vi ho costretto a vivere un inferno. Grazie a tutti quelli che hanno lavorato per riportare a casa Vanessa e me. Grazie di cuore alla Farnesina”.
Queste le prime parole di Greta Ramelli, la volontaria di Gavirate sequestrata per cinque mesi insieme alla compagna Vanessa Marzullo.
Cinque mesi difficili, ma senza subire abusi e violenze. Questo quanto le due ragazze avrebbero dichiarato ai pm romani che le hanno sentite per oltre quattro ore nella sede dei carabinieri del Ros. Le due volontarie hanno detto di essere state sempre in Siria. Saranno risentite prossimamente. Greta e Vanessa sono state tenute in varie prigioni nella zona a nord della Siria. Le due ragazze liberate ieri pomeriggio hanno anche sottolineato che i loro carcerieri erano sempre a volto coperto. I verbali delle due audizioni sono stati secretati.
Non sappiamo nulla di un eventuale riscatto pagato per la nostra liberazione, avrebbero risposto al procuratore aggiunto. Le due ragazze avrebbero detto ai pm di non essere mai state minacciate di morte. In sostanza, da quanto si è appreso hanno subito un trattamento duro, ma con livelli di criticità tollerabili e, comunque, non ai livelli di quelli subiti da altri italiani sequestrati in zone di guerra come la Libia.