
Mattinata di discussione allo stabilimento Whirlpool di Cassinetta, dove Fim, Fiom e Uilm hanno indetto un’assemblea tra i lavoratori per parlare degli ultimi sviluppi inerenti le trattative riguardanti il piano industriale della multinazionale americana.
Per l’occasione era presente anche il segretario generale di FIM Cisl Marco Bentivogli, che ha presentato l’accordo raggiunto con Whirlpool ai lavoratori: “Abbiamo chiuso un accordo molto importante che ribalta radicalmente il piano industriale che ci era stato presentato quattro mesi fa da Whirlpool. Siamo riusciti a togliere alcuni elementi negativi, come i più di 2.000 licenziamenti e le quattro chiusure. Il piano attuale punterà invece al rilancio ed allo sviluppo attraverso 513 mln di investimenti; qui a Cassinetta porterà produzioni di più alto valore aggiunto che comporteranno quantità di lavoro aggiuntive rispetto alla situazione attuale. Stamattina abbiamo quindi spiegato tutti i contenuti del piano, ricevendo grande ascolto ed attenzione da parte di tutti i lavoratori, i
quali hanno compreso che rimanere uniti, lottare ed affidare la propria rappresentanza al sindacato è ancora una cosa molto importante”.
Una soluzione, quella riguardante il piano industriale di Whirlpool, arrivata in tempi piuttosto brevi rispetto alle attese: “Pensavo non saremmo riusciti a capovolgere il segno del piano così rapidamente. Invece proprio la coesione che c’è stata tra i lavoratori ed il fatto che siamo riusciti a tenere insieme gli stabilimenti dal sud al nord ha convinto la Whirlpool a rimodulare il piano verso una forte sostenibilità industriale abbinata ad un impatto sociale migliore, che non produca esuberi strutturali”.
Una trattativa, quella portata avanti tra i sindacati ed i vertici della multinazionale americana, che potrebbe segnare il passo anche per trattative future: “Siamo riusciti a convincere l’azienda su di una sorta di ritorno di produzioni che attualmente vengono svolte in Turchia, Polonia e Cina. Siamo riusciti a garantire condizioni di convenienza anche in Italia e questo è molto importante: questo deve tornare ad essere un paese da cui non scappano le produzioni, ma in cui invece tornano e dove si investe per crearne di
nuove. E farlo in un settore labour intensive com’è il settore dell’elettrodomestico, dove serve grande quantità di lavoro, è molto
importante: senza industria questo paese non ha futuro. Bisogna tornare a puntare sui lavoratori: è la condizione migliore per uscire tutti insieme dalla crisi”.
Nello specifico, questa la situazione riguardante lo stabilimento di Cassinetta: “Attraverso i forni, il polo dell’incasso, microonde e frigo si riportano produzioni qui a Cassinetta con una più elevata marginalità e che comporteranno una maggiore quantità di lavoro. Il saldo tra i prodotti che lasciano questo stabilimento e quelli che qui vengono portati è positivo, sia in quanto a numero di pezzi che in quanto a valore aggiunto prodotto. Questo garantisce il fatto che la sostenibilità industriale del sito diventa più forte, rispetto al passato. Che il sito di Cassinetta sia stato penalizzato per salvaguardare Carinaro è quindi falso: i piani di cottura che escono impiegavano meno lavoro e producevano meno lavoro aggiunto rispetto ai prodotti che entrano. In più i ricambi se non fossero andati a Carinaro sarebbero andati in Germania. Consideriamo quindi di aver raggiunto un doppio risultato. Per quanto concerne Cassinetta, ribadisco, ciò che arriva ha più valore aggiunto e più quantità di lavoro necessario, il che garantisce un futuro più solido a questo stabilimento”.