Varese2.0 pone otto domande alla giunta

Il comitato chiede all’esecutivo di Palazzo Estense maggiore trasparenza sul progetto del parcheggio alla Prima Cappella. E chiede risposte. Finora, tuttavia, l’amministrazione non ha voluto intavolare un discorso con i promotori della raccolta firme

22 Aprile 2014
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Pubblico alla presentazione del comitato Varese2.0 Pubblico alla presentazione del comitato Varese2.0

Dopo la lettera aperta di Alessandro Ceccoli, arrivano una serie di domande da parte dell’agronomo Daniele Zanzi. Il comitato Varese2.0 insomma chiede risposte.

Ecco il testo

La raccolta firme contro il costruendo parcheggio sotterraneo alla prima Cappella procede a gonfie vele : ormai in una sola settimana il tetto delle 2000 adesioni è stato superato.  Lo spontaneismo e l’adesione al Comitato #Varese2.0 è un evidente segnale di uno scollamento tra decisioni prese nel palazzo – ancora oggi è un mistero chi abbia voluto veramente questo parcheggio – e i varesini . Tante , diversificate e qualificate le voci che si levano contro il progetto: associazioni ambientaliste, Amici del Sacro Monte, esponenti della Fondazione Paolo VI, politici by paritisan, professionisti con una forte conoscenza del territorio, economisti, filosofi ed universitari.

Eppure il palazzo liquida l’operato del Comitato #Varese2.0 con parole sarcastiche e semplicistiche pensando così di risolvere  il problemi. Così si preferisce bollarci  come “luminari” o “intellettuali” senza arte né parte capaci solo di criticare piuttosto di dare risposte e spiegazioni.  E’ evidente l’imbarazzo della Giunta; è evidente il fastidio che l’iniziativa sta dando. E’ troppo comodo bollarci – con mai esibite “ carte alla mano “ – come “portatori di falsi allarmi” : così è apparso sulla stampa locale in un’intervista ad  un esponente della Giunta, di solito così restio ad intervenire pubblicamente nelle questioni cittadine ,ma che  in questa occasione si è prestato – caso strano – a  difendere, “carte alla mano”, a spada tratta il progetto.

In realtà  l’amministrazione comunale di “carte alla mano”  e di numeri  ne ha esibiti ben pochi .

Ha solo affermato di aver commissionato  questo o quell’altro studio,  che i prezzi d’acquisto erano  stati equi,  che gli alberi sarebbero stati  trapiantati, che soluzioni alternative erano  state valutate con scrupolo e coscienza, che avevano   ottenuto i pareri favorevoli  delle Sovraintendenze, che non vi era nessuno scempio, anzi riqualificazione (?) ecc. .

Vorremmo qui però, con spirito costruttivo di chiarezza  e trasparenza, porre alcuni quesiti concreti ai nostri amministratori sperando in risposte puntuali ,questa volta “ con reali carte alla mano “:

1 – Corrisponde al vero che il prezzo d’acquisto iniziale del terreno proposto dall’accordo di programma fu di 142 €/mq. , ridotto poi a 110 € /mq. dal momento che la normativa prevedeva un prezzo massimo di 112 € / mq.?  ; e se così fosse, chiedo perché non fu proposto già all’inizio un prezzo rientrante nelle normative in essere  per poi  poter  spuntare  in fase di trattative un costo d’acquisto – sicuramente più equo – di 70-90 € /mq. Perché partire già da un prezzo elevato che si sapeva non consono alla normativa regionale? E quali le condizioni di acquisto ? e da chi e quando fu acquistato il terreno ?

2- Corrisponde la vero che i costi stimati per i lavori inizialmente erano di 1.400.000 € e  sono lievitati poi ,già prima di iniziare, a 2.090.000 € al netto dell’IVA ?  E’vero o meno che questi costi non sono comprensivi delle opere di “trapianto” – che non hanno alcuna possibilità di successo, dato che trattasi di estirpo –  e della nuova sistemazione a  verde, oggetto – e non si sa perché – di appalto scorporato e stimate in ulteriori 95.000 € ?.

3 – Corrisponde al vero che per asportare  oltre 2000 metri cubi di detriti rocciosi – una enormità  – si useranno  cariche esplosive “Autostern Cartridge” e che per evitare lancio di frammenti rocciosi durante le esplosioni è imposta la stesura di speciali reti a maglia stretta del peso di 85 kg/mq. da apporre sulla roccia prima delle esplosioni con presenza di movieri e sorveglianti in cantiere?

4- Corrisponde la vero che verrà istituito senso unico alternato di circolazione e che per l’asportazione delle rocce saranno impiegati camion da miniera – si calcola circa 400 viaggi avanti e indietro –in prossimità di monumenti storici, fragilissimi ? E cosa ne sarà del turismo al Sacro Monte  in questi previsti 560 giorni di cantiere – ma si può realisticamente supporre che  saranno di più – tra esplosivi, sensi unici, camion da miniera in manovra, polvere, detriti proprio a diretto contatto con l’unica via d’accesso alla montagna e non certo in posizione defilata ?

5- Corrisponde al vero che per le semplici opere di scavo i costi preventivati sino circa il 70-80 % di quelli messi in bilancio per la sola  costruzione al grezzo del nuovo autosilo ? E se così fosse quale mai “buon padre di famiglia”   o privato cittadino, che paga di tasca propria, destinerebbe  i propri soldi quasi  in maniera eguale per fare il buco e per portare al tetto l’edificio ?

6 – Corrisponde al vero che saranno delegate alla responsabilità della Ditta appaltatrice le decisioni riguardanti il numero di cariche esplosive da predisporre e le modalità di salvaguardare gli alberi in fase di trapianto ? E se così fosse, come è possibile che ciò non sia già stato calcolato in sede di studi  e di preventivazioni?

7- Corrisponde la vero che non è stato eseguito alcuno studio , se non generiche dichiarazioni di fattibilità, sulle operazioni di trapianto delle essenze arboree di pregio radicate nel parco ? E se così fosse ,come è possibile stanziare 95.000 € per operazioni che presentano un grande margine di incertezza ?

8 –  Corrisponde al vero che la Fondazione Paolo VI, semplici cittadini, professionisti noti del territorio abbiano segnalato da tempo l’esistenza di crepe nei muri della Chiesa del ‘600 dell’Annunciazione, distante 50 metri dal luogo dove verranno fatte brillare le cariche esplosive?  E se ciò fosse vero, non è lecito il dubbio che possono causare problemi all’edificio storico? E se ciò fosse vero ,di questo sono state informate le Sovraintendenze competenti ? Sarebbe inoltre interessante che i progetti inviati alle Sopraintendenze per le autorizzazioni fossero resi pubblici e noti.

Vorremmo tanto,nell’interesse di tutti , ma soprattutto nell’interesse di chi si sta assumendo la responsabilità diretta di questo progetto ,  perché così si metterebbero a tacere rumors  ormai urlati,  avere “carte alla mano” risposte sui numeri e non sull’aria fritta o sulle intenzioni di progetto.

Ma la di là e al di sopra di questi quesiti, vorremmo una risposta ad una  semplice domanda che tutti i varesini si fanno : ma si mette in piedi  tutto questo per  soli 91 – dico novantun posti auto – ? : ma si pensa veramente di risolvere con questa miseria – che ci costerà una fortuna – il problema dell’accessibilità al Sacro Monte?

Anche queste legittime  perplessità , frutto non di menti sovversive, ma di cittadini dotati di buon senso , necessiterebbero – sempre “carte alla  mano”  – una doverosa e dovuta  risposta.

Comitato #Varese2.0  e  migliaia di varesini che vorrebbero essere ascoltati.

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