Varese: «Vogliono distruggere la famiglia naturale». Il centrodestra diviso si ricompatta su una mozione contro la legge Scalfarotto

Il documento, già approvato in consiglio regionale, ha visto l’adesione di Lega, Forza Italia, Udc, Ncd e Movimento Libero. E causerà una forte polemica durante la discussione

11 Dicembre 2014
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La famiglia naturale va difesa. E la battaglia arriva anche a Palazzo Estense.

Il centrodestra porta la battaglia a favore della famiglia tradizionale, e quindi contro la legge contro l’omofobia, anche in consiglio comunale a Varese. E come risultato politico porta a riunire il centrodestra che è spaccato dopo i recenti rimpasti di giunta. Oltre alla maggioranza composta da Lega Nord, Forza Italia e Udc, hanno aderito anche Ncd e Movimento Libero (quest’ultimo da sempre all’opposizione). 

A condividere l’iniziativa sono infatti Giulio Moroni (Lega), Stefano Crespi (NCD), Ennio Imperatore e Ciro Grassia (Liberi per Varese), Alessio Nicoletti (Movimento Libero), a nome dei propri gruppi.

Il testo della mozione:

premesso che

– una mozione pressoché identica è stata approvata in Regione Lombardia nella seduta del 1 luglio 2014 avente come oggetto: Iniziative per la tutela della famiglia naturale

la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna rappresenta l’istituzione naturale aperta alla trasmissione della vita e l’unico adeguato ambito sociale in cui possono essere accolti i minori in difficoltà, anche attraverso, in casi estremi, gli istituti dell’affidamento e dell’adozione;

– la “famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società” e come tale “ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato” secondo quanto sancito dall’art.16 terzo comma della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948;

– la famiglia costituisce, più ancora di un mero nucleo giuridico, sociale ed economico, una comunità di affetti e di solidarietà in grado di insegnare e trasmettere valori culturali, etici, sociali, spirituali e religiosi, essenziali per lo sviluppo e il benessere dei propri membri e della società, nonché il luogo dove diverse generazioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente a crescere nella sapienza umana e ad armonizzare i diritti degli individui con le altre istanze della vita sociale;
considerato che

in tutto il Paese, con il pretesto di combattere “inutili” stereotipi, si stanno moltiplicando i casi di aperta propaganda contro la famiglia naturale, soprattutto nel mondo scolastico, con proiezione di film e sitcom gay, diffusione di fiabe rivedute e corrette in chiave omosessuale consegnate ai bimbi della scuola dell’infanzia e pubblicate dall’UNAR, ufficio che dipende dal Dipartimento Pari Opportunità che a sua volta fa capo al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. E’ legittimo e condivisibile che nelle scuole si insegni a non discriminare i gay o altre minoranze, ma questo non deve necessariamente comportare l’imposizione di un modello di società che prevede l’eliminazione delle naturali differenze tra i sessi;

nel Liceo Giulio Cesare di Roma i professori hanno imposto ad allievi minorenni la lettura di un romanzo, a forte impronta omosessualista, dal titolo “Sei come sei” della scrittrice Melania Mazzucco (Edizioni Einaudi), alcuni passi del quale rivelano, in realtà, un chiaro contenuto pornografico descrivendo fra l’altro nei dettagli un rapporto orale fra due maschi;

– in numerose scuole italiane, nello scorso mese di marzo e in occasione della c.d. “settimana contro il razzismo”, è stata proiettata a un pubblico di minori la sitcom gay “Vicini”, con numerose polemiche e proteste da parte delle associazioni dei genitori. Nel video in questione vengono pronunciate frasi come: “La famiglia tradizionale deve finire” o si assiste a scene di coppie gay che si sposano davanti a un prete, a sua volta omosessuale;

– nella scuola materna “I sei colori di Ugo” a Roma si è deciso quest’anno di sostituire la festa del papà con una più inclusiva “festa delle famiglie” per non discriminare una bambina con due madri lesbiche;

la strategia dell’UNAR mira nei fatti a destrutturare la famiglia naturale, impartendo già nei soggetti più deboli e in crescita questi insegnamenti;

– nell’opuscolo dell’UNAR, dedicato ai docenti, viene richiesto a chi insegna di “non usare analogie che facciano riferimento a una prospettiva eteronormativa in quanto tale punto di vista, ad esempio, potrebbe tradursi nell’assunzione che un bambino da grande si innamorerà di una donna e la sposerà”.

– si sta applicando in numerose scuole materne ed elementari d’Italia il Documento standard per l’educazione sessuale in Europa che prevede tra l’altro, nella fascia di età fra i 4 e 6 anni, l’introduzione alla masturbazione infantile precoce, capacità di identificare i genitali nei dettagli e l’identità di genere, ovvero la scelta se essere maschietti o femminucce;

– la legge c.d. “Scalfarotto”, approvata alla Camera e in discussione attualmente al Senato, parifica  l’omofobia ai reati già condannati dalla legge Mancino (razzismo, antisemitismo, etc). Una volta approvata la legge in via definitiva, chi ad esempio si dichiarerà contrario al matrimonio fra persone dello stesso sesso sarà punito con 1 anno e 6 mesi di reclusione (che possono arrivare a 4 anni se il reato è svolto in forma associativa). Lo Stato avrà l’obbligo di procedere d’ufficio anche se la persona ritenuta offesa dovesse ritirare la querela;

dichiara

la propria opposizione a qualunque tentativo di comprimere i diritti e i doveri dei genitori all’educazione dei propri figli, ignorare l’interesse superiore dei minori a vivere, crescere e svilupparsi all’interno della propria famiglia naturale;
invita la Giunta e il Consiglio Comunale

– a istituire, in collaborazione con la Regione Lombardia che ha già fatto sua questa mozione, una data per la celebrazione della Festa della Famiglia, fondata sull’unione fra uomo e donna, promuovendone sia direttamente sia indirettamente attraverso scuole, associazioni ed enti locali la valorizzazione dei principi culturali, educativi e sociali;

– ad opporsi ad eventuali proposte rivolte all’istituzione di unioni diverse da quelle previste dall’ordinamento vigente da taluni definite anche “formazioni nuove”;

– a chiedere al Governo centrale la non applicazione del Documento standard per l’educazione
sessuale in Europa redatto dall’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità;

– ad ampliare il quoziente familiare quale criterio per le politiche attive e passive a sostegno del reddito delle famiglie del comune di Varese.”.

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