Dopo una notte di temporali, il sole è tornato a splendere sulla capitale, la giornata limpida ci invoglia quindi a fare una gita verso il sito turistico – peraltro patrimonio dell’Unesco – di Kolomenskoe: un tempo aperta campagna, ora solo qualche fermata di metro dal Cremlino, ma nonostante ciò, la tranquillità regna sovrana su quest’ansa della Neva rispetto le larghe e caotiche vie del centro di Mosca.
La leggenda, condivisa dalla chiesa Ortodossa, vuole che a Kolomenskoe, San Giorgio uccise il dragone e questo è molto significativo per i moscoviti visto che il Santo appare ancora oggi nello stemma della città.
Iniziamo la nostra visita presso la Chiesa dell’Ascensione, voluta nel XVI secolo per il battesimo di Ivan il terribile, poi accanto ad essa la chiesa di San Giorgio (in onore dell’eroico gesto del Santo) e la ricostruzione dell’Isba usata da Pietro il Grande mentre sorvegliava i lavori di costruzione della flotta russa ad Arcangelo.
A rendere idilliaco il posto però è senza dubbio il clima di tranquillità che domina in questo grande parco e quindi dopo una piacevole passeggiata sul lungo fiume, raggiungiamo quella che un tempo sino a quando la corte si spostò a San Pietroburgo fu la residenza estiva degli Zar, considerata ai tempi come l’ottava meraviglia del mondo: però, sotto il dominio di Caterina la Grande, la villa venne fatta abbattere salvo poi essere ricostruita perfettamente e in ogni minimo dettaglio negli ultimi anni.
Tornati a Mosca, ci fermiamo avanti l’ex sede del Kgb in piazza Ljiubianska, per procedere quindi nel quartiere di Christie Prudy, oggi ricca di negozi: tra questi, è stato impossbile non fermarsi in un particolarissimo negozio di te e caffè in perfetto stile orientale. Inaugurato nel XIX secolo in virtù dei buoni rapporti a livello commerciale tra Russia e Cina, chiunque rimarrebbe estasiato dalla quantità di infusi ed erbe.
La giornata si conclude con una po’ di relax nel Park Kulturi, noto agli appassionati del thriller come Gor’kj Park in virtù dell’omonimo romanzo e film ivi ambientato.
Tantissime sono le aree verdi a Mosca, persino nell’ultimo secolo che è cresciuta molto sia a livello di abitanti (la città più popolata d’Europa), sia a livello di estensione, sono sempre state salvaguardate le aree verdi, considerate fondamentali zone di relax per riposarsi dallo stress cittadino.
Con una tranquilla passeggiata nel parco, e una camminata digestiva dopo cena sulla Arbat – con tanto di birretta in un localino situato all’interno di un vecchio autobus in disuso ma decorato benissimo – si conclude il nostro penultimo giorno nella capitale.
19 agosto
In ogni viaggio, l’ultimo giorno ci si trova davanti l’ardua scelta su quali monumenti visitare nel poco tempo rimasto, e in una città, e in una città estesa e ricca di storia come Mosca la scelta è ancora più difficile anche se fortunatamente siamo riusciti a visitare tutte le attrazioni principali.
Iniziamo quindi con una camminata nel quartiere attorno al nostro albergo, una zona molto tranquilla, ricca di lussuose ville ottocentesche oggi sedi di ambasciate: tra queste alcune furono abitate da grandi personaggi letterari o teatrali del XIX secolo moscovita come Toltosj, Pushkin, Cechov, Lermontov e Gor’ky.
Le case di questi scrittori sono molto signorli con tante stanze ed eleganti giardini e gli oggetti al loro interno fanno rivivere appieno la vita nella Mosca aristocratica prima della rivoluzione.
Nel pomeriggio ci troviamo davanti allo Zoo Park cittadino, famoso per le quasi 2000 specie di animali: purtroppo è in ristrutturazione e quindi alcune sezioni non sono visitabile. La particolarità del parco è la provenienza orientale della maggior parte degli animali, quindi molte specie erano sconosciute ai nostri occhi.
E’ chiaro comunque che vedere gli animali dietro una gabbia lascia sempre un filo di tristezza e malinconia.
Dopo una camminata sulla Arbat, la via che di giorno ospita mercatini di libri usati e souvenirs artigianali oltre che numerosi artisti di ogni genere, ci avviamo a prepararci all’ultima serata tra luci della Novi Arbat (parallela o diversissima rispetto la precedente): considerata la “Las Vegas della città” è un viale moderno con luci molto Kitsch che ogni sera è luogo di incontro per giovani e meno giovani.
Luca Folegani