Varese, primo bilancio per il centro diurno per i senzatetto

Da mettà febbraio è attivo in via Francosni un centro di accoglienza per persone senza fissa dimora

05 Marzo 2015
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Il centro è stato aperto grazie alla collaborazione tra Comune, le associazioni di volontariato e i privati. Gli enti coinvolti stilano un bilancio positivo del primo mese di attività.

«E’ un’esperienza che sta proseguendo positivamente, grazie alla professionalità degli operatori della Cooperativa lotta contro l’emarginazione e alla disponibilità dei volontari delle associazioni che fanno parte della rete di solidarietà costituita recentemente e che coinvolge il volontariato, il privato sociale ed il Comune» afferma l’assessore a Famiglia, Persona e Università Enrico Angelini

Le associazioni che aderiscono alla rete sono Caritas, Colce, Croce Rossa, Angeli Urbani, City Angels, Banco di solidarietà Nonsolopane, San Vincenzo, Cooperativa Intrecci.

«Nelle ore pomeridiane – precisa Angelini – trovano qui un punto di riferimento persone che altrimenti si muoverebbero senza meta in questo ed altri quartieri. Si tratta di un presidio utile in termini di prevenzione».

Il centro è aperto dalle 13.30 alle 17.30 da lunedì a venerdì. E’ sempre presente un educatore della Colce, un operatore-pari con un tirocinio formativo e un volontario della San Vincenzo.

«La scorsa settimana – ha spiegato Roberta Bettoni della Colce – i frequentatori sono stati in media 15, questa settimana siamo a 26-27. Stiamo raccogliendo le varie situazioni e i bisogni, con un approfondimento della casistica per dare una risposta concreta al servizio sociale. Il giovedì pomeriggio è presente un assistente sociale dell’Ufficio Adulti: un modo positivo e importante di approccio, perché è l’istituzione che va incontro a chi ha necessità. Le persone nel pomeriggio hanno la possibilità di socializzare, leggere un giornale, parlare dei fatti della giornata, guardare un film. Un momento di sosta e di tranquillità».

Conclude l’assessore: «Si tratta di una soluzione temporanea: alla fine di aprile si tireranno le somme di questa esperienza e si verificherà l’utilità di riaprire o meno in futuro il centro di solidarietà. Per il futuro in ogni caso si cercherà una sede altrove».

 

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