Varese, per il presidente della nuova Provincia la Lega Nord si prepara all’accordo

Il Carroccio rompe gli ultimi indugi e si prepara a trovare un’intesa trasversale sul nome del candidato alla guida del nuovo ente. Tre i nomi finora ipotizzati

27 Agosto 2014
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Per la nuova Provincia è sempre più probabile la corsa di un solo candidato presidente. Questa l’indicazione sulla quale, ormai, si è orientata anche la Lega Nord, che inizialmente era restia all’accordo bipartisan proposto dal Pd.

Mercoledì mattina si è svolto infatti un vertice a Palazzo Estense, tra il deputato leghista e presidente nazionale della Lega Lombarda Giancarlo Giorgetti, il sindaco Attilio Fontana e il segretario provinciale Matteo Bianchi.
L’indicazione emersa è appunto quella di spingere per un accordo con gli altri partiti, affinché si arrivi ad una candidatura unica per la presidenza. Insomma, le “larghe intese” a livello locale fanno breccia anche nella Lega. Del resto si tratta di una scelta obbligata: il nuovo ente, così come è stato strutturato, si trova in una situazione di incertezza amministrativa e quindi c’è il rischio che una corsa a spaccatura possa avere l’effetto di “ingessare” le sue funzioni.

Di conseguenza, mentre per quanto riguarda le elezioni dei consiglieri provinciali ogni partito correrà con la propria lista, per il presidente si tenterà di trovare un accordo. E l’unico modo per mettere insieme il fronte trasversale è quello di una figura realmente espressione del mondo civico.

I nomi sono quelli di cui si parla ormai da metà agosto: c’è il sindaco di Cantello Nicola Gunnar Vincenzi, la sindaca di Gavirate Silvana Alberio, che è stata sostenuta dal centrosinistra ma anche da parte del centrodestra, e il sindaco di Angera Alessandro Paladini Molgora. Insomma, queste le tre principali figure civiche, abbastanza equidistanti dai diversi partiti, sulle quali i vertici politici ragioneranno da qui alle prossime settimane. E il lavoro dovrà essere fatto soprattutto dalle segreterie provinciali, con il supporto dei livelli ancora più alti. Perché sia nel centrodestra che nel centrosinistra i direttivi provinciali non sembrano essere allineati alla decisione delle larghe intese sul presidente. Quindi, la partita non è ancora chiusa. E dall’inizio di settembre si aprirà una lunga fase di discussione.

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