Varese, i “difensori” dei cipressi dei Giardini Estensi protocollano le firme per dire “no” al taglio

I cittadini che hanno dato il via alla petizione per bloccare il progetto di abbattimento dei sedici calocedri porteranno entro lunedì i moduli con le sottoscrizioni. Che superano quota 8.000, il 15% della popolazione elettorale di Varese

14 Novembre 2014
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Cipressi

La “battaglia” per i cipressi dei Giardini Estensi va avanti. Ed entrerà nel vivo proprio in questi giorni.
I primi sottoscrittori, Michele Forzinetti, Francesco Agostinacchio ed Ombretta Diaferia, che hanno avviato la petizione il 15 settembre per evitare il taglio dei sedici calocedri stanno per protocollare una parte delle firme raccolte: nei soli primi quattro giorni ne erano state raccolte 1.200.  Un numero già di per sé molto elevato, che tuttavia ricopre un’importanza notevole, in considerazione che il numero raccolto è superiore alle 8.000 firme, cifra quest’ultima che corrisponde al 15% della popolazione con diritto di voto nella città di Varese.

Le firme verranno protocollate entro lunedì 17 novembre, dopo i sessanta giorni dalla sospensione disposta dal sindaco, che risale al 16 settembre.

Tra i firmatari figura naturalmente Forzinetti, il giovane poeta ventiseienne (ventisette anni a dicembre) che nel pomeriggio del 12 settembre, intorno alle 16 circa, decise di salire su uno dei cipressi “condannati” per ribadire il suo “no” al taglio. Il suo gesto ha dato una spinta decisiva alla protesta, che era già iniziata, riunendo numerosissimi cittadini in difesa degli alberi. E dal gruppo di persone che lo hanno sostenuto durante la settimana che ha passato sul cipresso è nata l’iniziativa della petizione, che è stata portata avanti sempre senza sigle di partito o altre organizzazioni, proprio per “difendere” l’autonomia della battaglia ambientalista.

«Alla luce della sanzione notificata a Forzinetti un paio di giorni fa, chiediamo all’assessore come mai in sessanta giorni non ha mai pensato di convocarci, ma solo di parlarci via stampa, quando abbiamo dimostrato comunque di essere aperti al dialogo» dichiara Ombretta Diaferia.

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