Varese, “giro di vite” contro l’accattonaggio

La Polizia Locale continua l’attività di identificazione e dissuasione dei questuanti. Questa settimana 12 persone portate al Comando

12 Giugno 2015
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Polizialocale

Arrivando dall’autostrada può capitare di essere infastiditi da uomini o donne che, con improbabili cartelli di cartone (sempre gli stessi in ogni città, quasi che ci fosse un produttore unico) si muovono tra le auto in coda chiedendo una moneta.
Stamattina un cittadino, attorno alle 8.30, ha chiamato la centrale operativa della polizia locale lamentando che il questuante di turno (è corretto parlare di turni perché in questa attività non c’è nulla di improvvisato ma tutto è ben organizzato), addirittura picchiettava sui vetri o sugli specchietti retrovisori, per richiamare l’attenzione di chi ormai sta chiuso in auto, vuoi per beneficiare del climatizzatore ma, anche e soprattutto, per evitare di essere importunato. 

“Fortunatamente, sempre oggi, è capitato che un cittadino chiamasse la centrale operativa per ringraziare avendo visto il tempestivo intervento di una pattuglia di motociclisti della polizia locale che stava operando su un questuante in via Sant’ Imerio.
Ma può bastare l’intervento delle pattuglie su chiamata del cittadino? Ahimé no, perché risolve solo il problema momentaneamente: l’identificazione, il verbale, l’invito ad allontanarsi… questo è quanto si può fare.
Ecco perché al Comando di via Sempione si stanno usando strategie operative diverse: a giorni alterni, a volte il mattino e a volte il pomeriggio, tutte le pattuglie operative sul territorio vengono utilizzate per accompagnare in comando gli uomini e donne (mediamente 4 o 5 ogni vota) impegnate nella questua agli incroci. Così si procede ad una identificazione completa ed accurata oltre che al sequestro di quanto raccolto con la questua, come previsto dal vigente regolamento comunale. Ci vuole, tempo, ci vogliono risorse e per questo non si può fare continuativamente, ma è forse uno dei pochi modi possibili per contrastare il fenomeno, attraverso una forma di dissuasione permanente e costante nel tempo. Mediamente, le tre o quattro persone accompagnate, hanno incassi di una decina di euro a testa e questa è la somma che viene sequestrata per la successiva confisca”.

“La polizia locale, tra le mille altre attività – spiega l’assessore alla Polizia Locale Carlo Piatti – si sta impegnando anche su questo fronte, utilizzando i limitati strumenti a disposizione per cercare di dissuadere questi uomini e donne e chi li gestisce dal continuare ad agire nella nostra città, dove rischiano sempre più frequentemente di vedersi sequestrato il guadagno giornaliero; se a questo si aggiungesse, come abbiamo più volte detto, anche un atteggiamento dissuasivo da parte della cittadinanza si otterrebbero risultati ancora migliori: non si tratta certo di trattare male queste persone ma, semplicemente, di evitare di cedere alle loro insistenze dandogli del denaro, poco o tanto che sia…. credo che chiunque ci penserebbe su prima di tornare in una città dove la gente, pur con il dovuto rispetto, non ti dà un centesimo e quel poco che viene raccolto, viene poi sequestrato dalla polizia locale. Questa è sicurezza partecipata, in cui ognuno fa la sua parte. Con effetto moltiplicatore dei risultati ottenuti”.

Tra i 12 questuanti accompagnati in Comando questa settimana, una donna è stata denunciata alla Procura della Repubblica per inottemperanza al divieto di permanenza sul territorio cittadino; per un altro, invece, a seguito di reiterati verbali della polizia locale, è stato emesso dalla Questura un provvedimento di allontanamento.

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