Varese, bullismo contro un ragazzino extracomunitario. Interviene la Polizia Locale

La giovane vittima, dopo essere stata picchiata e abbandonata in strada, ha avuto il coraggio di chiedere aiuto a due agenti. Il caso al Tribunale dei Minori

25 Febbraio 2015
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Bullismo

Un episodio di bullismo a Varese, “intercettato” dalla Polizia Locale.

Ad un ragazzino di origine extracomunitaria viene rubato il berretto, che viene poi passato tra i diversi ragazzi, fino a quando la vittima non cerca di riprenderselo e viene steso da un pugno al volto sferrato da una ragazza del gruppo

All’ospedale verrà medicato con un referto per dieci giorni.

La vittima, dopo che il gruppo si è dileguato lasciandolo solo, vede poco distanti due agenti di Polizia locale, un uomo e una donna, e trova il coraggio di avvicinarsi e di chiedere aiuto. A questo punto il comando di polizia locale si fa carico del bisogno manifestato dal ragazzo: non esistono unità specialistiche dedicate a questo tipo di problemi, ma ci sono diversi uomini e donne che fanno il loro lavoro senza dimenticarsi di essere anche genitori e mettendoci tutta la loro esperienza e sensibilità. Diversi ragazzi – tanto la vittima quanto i possibili responsabili del fatto – vengono convocati e i loro racconti sono ascoltati. Ne esce un quadro complesso e articolato, da cui emerge che l’episodio finale è solo la punta dell’iceberg di diverse settimane, forse mesi, di insulti, minacce, umiliazioni.

Ora la polizia locale ha tirato le fila di una storia di cui si occuperà il  Tribunale per i minorenni, visto che sono stati commessi dei reati, anche se  fortunatamente di lieve entità. La polizia locale ha segnalato, come sempre in questi casi, l’accaduto e gli elementi raccolti ai servizi sociali.

La vicenda e i retroscena

La vicenda riguarda un gruppo di ragazzi, che frequentano tutti la stessa scuola e che si conoscono da tempo. Al mattino, tra le sette e le otto, sono diversi i punti della città dove si incontrano gruppetti di studenti in attesa dell’autobus che li porta in una delle tante scuole cittadine: alla stazione Fs poi arrivano anche i ragazzi di fuori città diretti.

Una delle fermate più affollate è quella di via Morosini, che si presta anche molto alle esigenze del “gruppo” perché c’è un porticato che offre riparo. Il tempo che i ragazzi passano in attesa dell’autobus può anche essere lungo e lì, magari, si può anche decidere di non andarci proprio a scuola. Dentro questi gruppi le dinamiche sono complesse: spesso ci sono dei leader (ragazzi o ragazze) e ancora più spesso ci sono delle vittime designate. Gli atti di bullismo sono diffusi: si va dallo scherzo – più o meno pesante – al dileggio, al furto di un indumento o accessorio… fino alla violenza fisica.

“Ringrazio la Polizia locale per la sensibilità e la prontezza dimostrate – ha
commentato l’assessore Carlo Piatti – i compiti non sono solo di controllo o sanzionatori, ma anche quelli che comportano capacità di ascolto delle frange più deboli. I problemi di sicurezza non sono solo quelli che si manifestano in tutta evidenza, ma spesso sono tenuti nascosti o ignorati dall’indifferenza generalizzata. La polizia locale ha coinvolto anche le famiglie, in modo da responsabilizzarle sui comportamenti dei figli ”.

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