Stop al bullismo, anche Saronno si schiera

Ha tenuto banco venerdì sera il convegno tenuto dalla prof.ssa Caravita presso l’auditorium Aldo Moro per combattere il bullismo

05 Dicembre 2016
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bullismo

Venerdì sera all’auditorium Aldo Moro la Prof.ssa Simona Caravita, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’età evolutiva presso l’Università Cattolica di Brescia, ha tenuto il suo atteso intervento sul bullismo a scuola e on line. Il convegno, organizzato dall’Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante con il patrocinio del Comune, aveva anche valore di corso si aggiornamento per docenti, e gli insegnanti presenti (più di quaranta, provenienti da quasi tutte le scuole cittadine) riceveranno nei prossimi giorni l’attestato di partecipazione. Dopo i saluti dell’assessore Lucia Castelli, la docente universitaria ha affrontato il tema, in una prima fase, con un’esposizione teorica volta a chiarire cause e modalità del fenomeno, utilizzando anche una serie di efficaci slides che evidenziavano i ruoli che i membri del gruppo-classe assumono in queste vicende. Successivamente ha proposto delle modalità di intervento, con riferimento a protocolli sperimentati anche all’estero con risultati apprezzabili. La parte finale della serata – alquanto lunga, a testimonianza del diffuso interesse – è stata dedicata al dibattito con il pubblico. Insegnanti e genitori presenti hanno posto domande e ricevuto, attraverso le risposte della docente, utili indicazioni, tanto che da parte di alcuni è stata manifestata l’esigenza di ulteriori incontri, magari da tenersi nelle scuole saronnesi. Si può dire che ciò che ha convinto, nell’esposizione della Prof.ssa Caravita, oltre alla competenza nello sviscerare il fenomeno nello sue componenti, è stato il grande equilibrio nell’affrontare l’argomento. La docente ha evitato, ad esempio, di parlare di possibili interventi taumaturgici, chiarendo che la “cura” del bullismo è operazione che si realizza nel tempo, con delicatezza e pazienza, ma allo stesso tempo ha spiegato cosa si può concretamente fare, non indulgendo nell’astratta teoria. Lo stesso equilibrio si è notato nell’evitare un approccio puramente psicologistico al problema: l’applicazione delle teorie sistemiche o dei gruppi non elimina l’appello alla responsabilità della persona, quella di prevaricatore come di colui che, assistendo passivamente alla prepotenza, di fatto ne è complice.

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