
“L’orgoglio e l’onore di aver difeso ancora una volta i cittadini e la Costituzione. Oggi pomeriggio (giovedì 30 aprile, ndr) dovrei presentami innanzi al “tribunale straordinario” indetto dall’ufficio di presidenza della Camera”.
Cosimo Petraroli, deputato varesino del Movimento 5 Stelle, è stato convocato per la terza volta in due anni per comportamenti “illeciti”, comportamenti “non consoni” al prestigio istituzionale e formale della camera.
Nella lettera di convocazione si legge: “con riferimento agli episodi accaduti nella seduta dell’assemblea dell’11 febbraio 2015 e proseguita nei giorni 12 e 13 febbraio”.
“Con tutta sincerità oltre ad aver urlato con i miei fratelli “onestà e onestà” non ricordo di aver detto o fatto nulla di particolare. In quei giorni si discuteva la riforma della costituzione italiana, non una legge ordinaria, non una semplice mozione, ma la Costituzione della Repubblica Italiana, la legge principe, la legge fondante dello Stato. Il parlamento di cui faccio parte, eletto con una legge elettorale dichiarata fuorilegge dalla consulta e dallo stesso Mattarella, non ha né il diritto né la dignità di sfiorare anche solo con il pensiero la carta scritta dai padri costituenti. Quella stessa legge che definisco eterna, giusta per qualsiasi epoca storica, al contrario delle continue menzogne mediatiche, di chi la definisce obsoleta e
anacronistica.
Questa gente vuole cambiare la costituzione, questa gente ha deciso che l’organo più prestigioso della repubblica, il senato, non sarà più elettivo ma composto da consiglieri regionali e sindaci nominati dagli stessi consigli regionali. Nomine che
saranno imposte dai partiti che a loro volta inseriranno i propri uomini chiave, indagati e condannati, così da preservarne l’immunità. Ma la vergogna delle vergogne, l’elemento più significativo della deriva autoritaria, il vero ritorno al passato, il passato più buio che l’Italia abbia vissuto con il fascismo. Il Governo potrà imporre per legge i tempi contingentanti, la GHIGLIOTTINA, e il Governo potrà chiedere alla Camera, che un disegno di legge (indicato come essenziale per l’attuazione del programma di governo) sia iscritto come priorità. Tale DDL DOVRA’ ESSERE POSTO IN VOTAZIONE ENTRO 60 GIORNI. Se decorsi i 60 giorni non si è provveduto alla votazione, il governo potrà chiederne il voto articolo per articolo così come l’ha proposto e se i tempi non vengono rispettati (magari volontariamente dalla maggioranza) al 60esimo giorno si vota così com’è il provvedimento. Questo sistema potrà instaurare una vera e propria dittatura governativa, un abuso del potere concentrato in poche mani, che, voglio ricordare, con la stessa arroganza un certo Mussolini modificò l’architettura istituzionale inserendo la camera dei fasci e delle corporazioni“.