Regione Lombardia, il consiglio contro i matrimoni omosessuali

Il Consiglio richiama formalmente i sindaci sulle trascrizioni nei registri ufficiali dei matrimoni celebrati all’estero. La mozione è stata votata a maggioranza

05 Novembre 2014
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Un forte richiamo della Regione per dirimere la questione delle unioni civili nel rispetto della Costituzione e del Codice civile. La mozione, presentata da Luca Del Gobbo, Nuovo Centro Destra, ha accoto un emendamento del consigliere di Fratelli D’Italia, Riccardo De Corato. Non hanno partecipato al voto i partiti di minoranza.

Il Consiglio richiama formalmente i sindaci lombardi sulla trascrizione nei registri dello stato civile di matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero. La mozione, presentata da Luca Del Gobbo (NCD), invita i primi cittadini al rispetto della Costituzione e del Codice civile, richiama l’attenzione dei prefetti e sollecita il Parlamento ad affrontare e dirimere la questione delle unioni civili nel rispetto dell’articolo 29 della Costituzione.

La mozione ha accolto anche un emendamento del consigliere Riccardo De Corato (Fratelli D’Italia) che sollecita la nomina di commissari ad acta per annullare tutte le trascrizioni irregolari.

Massimiliano Romeo (Lega Nord) ha dichiarato che “da certi sindaci ci aspetteremmo una sfida a Roma su temi più seri come sul patto di stabilità, sui tagli ai Comuni”.

Enrico Brambilla (PD) ha annunciato la non partecipazione al voto del suo gruppo chiedendo “con quale diritto un consigliere regionale dovrebbe pensare di diffidare (il termine diffida è stato poi emendato con un richiamo,ndr) un sindaco: questo stravolge il rapporto tra le istituzioni, senza considerare che stiamo parlando di diritti che riguardano persone. Non parteciperemo a questa che riteniamo una farsa”.

Roberto Bruni (Patto Civico) ha condiviso col Pd la non partecipazione al voto evidenziando come “i prefetti rispondono ad altre sollecitazioni, questo testo è improprio. L’ordine del giorno è inammissibile e irricevibile, esula dal quadro dei rapporti istituzionali. Il dibattito sarebbe anche interessante, ma così è improprio e con troppe forzature istituzionali”.

Giulio Gallera (Forza Italia) ha sostenuto che “da liberale sono convinto che si dovrà arrivare al riconoscimento dei diritti e che è necessario un intervento in Parlamento, ma la vera forzatura oggi la fanno i sindaci che piegano le norme amministrative per arrivare ad un risultato politico, compiendo atti contrari alla legge. Noi qui richiamiamo al rispetto della legge. Oggi la costituzione non prevede la trascrizione di matrimoni compiuti all’estero. Se iniziamo così, dovremo trascrivere anche i matrimoni poligami”.

Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia) ha dichiarato che “è stata violata Costituzione, e anche il Codice civile. Quello che avviene è un abuso d’ufficio e noi in qualità di pubblici ufficiali abbiamo diritto di richiamare al rispetto della legge. Il Prefetto di Milano faccia come a Udine e Roma e nomini un commissario ad acta per annullare tutte le trascrizioni irregolari”.

Lino Fossati (Lista Maroni) ha dichiarato che “certi sindaci hanno imposto ai cittadini la loro morale senza alcun mandato, una morale che presumono superiore alla legge. Alterare il senso di famiglia è una forma di violenza”.

La mozione è stata votata a maggioranza. Le minoranze non erano presenti in Aula al momento del voto.

 

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