Quello che sino a poche settimane or sono era stato presentato come un progetto ambizioso e definitivo, che avrebbe rivoluzionato il cuore della nostra città, è divenuto ora, nelle mani dell’Amministrazione Fontana, una vaga idee, senza più nemmeno le gambe per camminare.
E’ questo quanto emerso dalla commissione urbanistica cui ha partecipato il consigliere Andrea Civati.
“Abbiamo appreso infatti in quella sede delle poco convincenti rassicurazioni dell’Assessore Binelli, il quale è intervenuto sull’allarme lanciato dal PD di Varese in merito al raddoppio dei costi per l’intervento di riqualificazione di Piazza Repubblica e della ex Caserma Garibaldi – spiegano Civati e il vicecapogruppo del Pd Luca Conte – egli ha sostenuto che i 7 milioni di euro di maggiori costi del progetto selezionato non siano affatto una sorpresa, ma che tutto fosse previsto nel bando di gara.
Peccato che, prima dell’allarme lanciato dal Consigliere Conte, nessuno avesse informato la Commissione competente, il Consiglio comunale (e, ci viene da pensare, forse anche una parte della Giunta) della necessità di trovare ulteriori 7 milioni di euro per poter realizzare un progetto presentato invece come definitivo.
Ancor meno chiaro è il tentativo di mischiare le carte, annunciando ipotetiche nuove risorse per il primo lotto nel corso della realizzazione del secondo. Anche in questo caso le parole di Binelli non trovano alcuna conferma nell’Accordo di programma, ove gli enti interessati hanno stabilito un crono programma ben preciso, in cui non trova fondamento l’attuale difesa di Palazzo Estense.
La verità è che la città si trova di fronte all’ennesimo pasticcio della Giunta Fontana, divisa fra la prospettiva di dare avvio ad un progetto senza averne le risorse, modificarlo e ridimensionarlo aprendo la strada a possibili ricorsi o sacrificare il tanto promesso teatro per dirottarne i fondi al primo lotto.
Iniziare un’opera senza averne le risorse rappresenterebbe una follia dal punto di vista politico ed amministrativo. Il rischio è quello di aprire un cantiere con un’idea progettuale irrealizzabile. Porre al centro della città un’opera incompiuta anziché la soluzione definitiva di un problema.
Piazza Repubblica potrebbe rappresentare l’ennesimo incompiuto della storia italiana”.